Specchiarelli: “È un atto di bracconaggio”

Secondo l''assessore provinciale le modalità di abbattimento dei due animali farebbero pensare a un bracconiere. «Le regole dicono che non si puo' uccidere una madre con il piccolo»

«Un cacciatore non spara mai alla madre con il piccolo e se vede una femmina, anche se gli è stata assegnata per la selezione, deve accertarsi che non abbia con sè un cucciolo. Le modalità di questa doppia uccisione sono tipiche del bracconaggio». Secondo Bruno Specchiarelli, assessore provinciale all’Agricoltura e alla gestione faunistica, ci sono dunque pochi dubbi sull’origine del gesto:la femmina di capriolo e il suo piccolo, abbattuti a Cittiglio, sono vittime di un cacciatore di frodo. «La caccia selettiva – continua l’assessore – è stata aperta da tempo, ma non contempla l’abbattimento di femmine con i piccoli. Ci sono regole precise che vanno dall’assegnazione per sorteggio dei capi da abbattere fino alle distanze di caccia dai centri abitati. Questo caso confligge con tutte le regole del buon cacciatore. Purtroppo la madre degli stupidi è sempre incinta e in alcuni casi fa anche parti gemellari».
Il capriolo (Capreolus capreolus) in provincia di Varese è una specie stanziale. Effettua pochi movimenti stagionali e frequenta soprattutto le fasce di bosco, vicine a prati sfalciati, e le radure. Ma lo si può trovare anche in boscaglie, dove, grazie alla sua struttura, si può infilare facilmente. Il capriolo è soprattutto presente nel nord della provincia e ha come limite il territorio di Laveno, anche se alcuni capi si spingono nella Valceresio e nella valle del Ticino, nelle località di Golasecca e Malpensa. La ricomparsa della specie nelle valli a nord di Varese, risale agli anni ’50. Nell’Alto Luinese la consistenza stimata è di circa 240 capi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Agosto 2009
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