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Il re del jazz puo’ rinunciare a tutto ma non alle patatine
A cena con il maestro Giorgio Gaslini tra ricordi, avventure casalinghe e diagnosi musicali. A proposito di Allevi «Nella storia della musica molti tentarono la via di una nuova musica classica. Negli anni Cinquanta il maestro Giorgi riempiva i teatri, ma finì la sua vita come imprenditore di una ditta di mattoni»
![Giorgio Gaslini, padre del jazz italiano, è stato ospite del Premio Chiara](https://www3.varesenews.it/immagini_articoli/200611/giorgio gaslini2.jpg)
Insomma, il fenomeno Allevi si sta sgonfiando, ma Gaslini dimostra sempre un’indole “buonista” ed evita le critiche. Eppure dalle sue riflessioni si percepisce, soprattutto, il non detto: l’anima più importante del discorso. Tra un complimento alla cameriera Isabella – «Veramente buono: è lei la cuoca?» – e la Milano del 1200 (l’artigianato e la borghesia) si riscopre il Duomo: «È come la mia musica: se lo osservi dal basso ha una dimensione verticale, verso le guglie; se lo guardi dall’altro ha una pianta orizzontale. Ecco, io mi sento un gotico-milanese, perché la mia storia è quella della mia città”. Poi il lavoro: “Allora, la prossima presentazione è fissata al 30 ottobre alla Feltrinelli?». Sì, rispondiamo. «Bene, ho ancora un poco di tempo per procedere con Milva: prossimamente canterà in concerto alcune mie song, ma la scelta è complicata perché su cento ne vogliamo utilizzare solo sette». E poi la Suite Elisabettiana con brani dei compositori di corte del 1500 (che inciderà a breve), le sonate per pianoforte e Santa Margherita «dove passerò un fine settimana con mia moglie per festeggiare il compleanno: il 22 ottobre compio 80 anni».
Gaslini è un analista della società: guardingo, mai sopra le righe ma preparato a supportare le sue tesi con tanto di dati. Così si passa alla Massoneria – «eccome se esiste, anche e soprattutto oggi» – , ai giovani che sognano una carriera da concertista («non li invidio, perché c’è troppa politica anche nell’arte») ed al sottoscritto, al quale dice: «Ma sei misterioso come un personaggio di Hitchcock!». Infine, la golosità prende il sopravvento, ed arriva il dessert: una fetta di meringata. E un bicchierino di whisky, tanto per scacciare la stanchezza? «D’accordo, purché sia baby». Nel frattempo cita Fonzie e si mette a canticchiare la sigla di Happy Days: «Che forza, ragazzi, peccato che il piccoletto abbia rinunciato a Grease!».
La serata è terminata e si va verso il taxi: due sigarette, qualche chiacchiera su Varese e poi via, verso Milano: «Per farmi una bella dormita. Domani devo comporre».
Perché ogni giorno, per Gaslini, rappresenta il futuro.
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