“Terra e gente”, quattro secoli alla ricerca di un’identità
La rivista dedicata alla Comunità Montana delle Valli del Verbano sarà presentata questa sera al salone municipale. L'appuntamento è alle 21
Questa sera (ore 21), venerdì 22 gennaio, al salone municipale di Cittiglio verrà presentata la rivista “Terra e Gente”, rivista giunta alla diciassettesima edizione, curata da Serena Contini ed edita dalla Comunità Montana delle Valli del Verbano. Questa pubblicazione è uno strumento e anche una risposta al bisogno di identità di un territorio, soprattutto nell’era della globalizzazione, delle comunità virtuali, delle società liquide, per usare una definizione del sociologo Zygmunt Bauman. Se fosse sufficiente internet e la facile accoglienza di un social network (che è altrettanto facile da abbandonare) per creare una vera comunità, solida, capace di dare risposte al senso di smarrimento sociale e quindi creare ancoraggi forti tra la gente, di iniziative come quella di “Terra e gente” non ce ne sarebbe bisogno. Invece, la domanda che la rivista pone con caparbietà (oggi valida più che mai, alla luce dell’accorpamento delle comunità montane) alle persone a cui si rivolge è la stessa ragione che ne giustifica l’esistenza: su cosa si fondano il senso di appartenenza a una comunità e l’identità? “Terra e gente”, provando a mettere insieme il passato “cristallizzato” dalla storia con il presente, il mondo reale con quello letterario, cerca dunque di dare una risposta al senso di ansia che deriva dal continuo movimento che la società globalizzata impone. (Nella foto Innocente Salvini)
Figure romantiche e anche un po’ contraddittorie nel loro patriottismo come quelle dei fratelli Stefano e Giacomo Luini (autori Sergio Baroli e Pierangelo Frigerio), nobili e giuristi vissuti a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, sono di straordinaria attualità in un Paese dove lo scontro tra poteri istituzionali è materia di discussione quotidiana. Così come è importante e attuale il tema della salvaguardia del territorio, affrontato nel lavoro che analizza l’evoluzione dell’utilizzo del suolo nei comuni di Gemonio e Cuvio (autrice Viviana Guido) dalla metà del Settecento fino ai nostri giorni.
Sul tema della ricerca dell’identità si inserisce perfettamente lo scritto dedicato alla Regio Insubrica (autore Alessandro Santini), una comunità trasfrontaliera nata recentemente (Varese 1995 ) su iniziativa di sedici rappresentanti di istituzioni ed enti italiani e svizzeri per promuovere la collaborazione tra le province italiane fondatrici e il Canton Ticino. Certamente alla Regio Insubrica avrebbe aderito – visto che possono farlo anche soggetti privati- anche la dinastia dei Maghetti (autore Federico Crimi), messeri e mercanti, vissuti tra il ‘600 e l’800 sulle sponde del Verbano, che avevano i propri interessi in parte a Luino e in parte a Lugano. Duplice presenza testimoniata ancora oggi dall’esistenza degli edifici che portano il nome della famiglia.
Una parte consistente della nostra identità ruota intorno alla storia dei luoghi di culto. La Chiesa di San Biagio (autore Roberto Mella Pariani), il più antico edificio di Cittiglio, risalente all’età altomedievale, rappresenta un punto di riferimento storico per il territorio, ulteriormente valorizzato dalla recente indagine archeologica della Soprintendenza per i beni archeologici. Così come importanti sono le opere dell’intagliatore velatese Bernardino Castelli (1646-1725) (autori Gian Battista Binda e Luca Scarafile) presenti nelle chiese di Cittiglio, oggetto di dispute tra le nobili famiglie del tempo. “Terra e gente” ricolloca l’opera di Castelli nella giusta dimensione di “figura di spicco della cultura artistica varesina”, spesso trascurata fonti del tempo.
Una comunità di persone trova spesso la sua più alta rappresentazione nella letteratura perché il particolare viene trasportato su un piano universale. Piero Chiara, in questo “esercizio”, è stato un maestro insuperato . “Sotto le campane”, racconto di Giuseppe Battarino, riporta il lettore nelle atmosfere di provincia care allo scrittore di Luino. Una storia dove sia i personaggi, dal prevosto al marito tradito, che i luoghi, dalla chiesa al bar di paese, annullano ogni confine tra pubblico e privato, tra vizio e virtù. Ad Angela Viola invece il compito di elencare autori titoli e opere riguardanti ogni relazione con Casalzuigno. Non una semplice compilazione ma un ringraziamento per il loro contributo alla conoscenza del territorio. La storia, questa volta nelle immagini commentate da Maurizio Miozzi, è raccontata in chiusura del volume dall’album fotografico della tramvia della Valcuvia.
La bellezza dell’arte salverà il mondo e, forse, anche le comunità montane. La diciassettesima edizione di “Terra e gente” dedica uno spazio all’opera del pittore Innocente Salvini (autore Gianni Pozzi). Si analizza una giornata, quella del 7 settembre del 1947, una domenica che segna il riconoscimento affettuoso da parte della comunità di Gemonio all’artista di casa. I concittadini si stringono intorno a Salvini in un luogo insolito per un’esposizione d’arte: il bosco. Ai Mulini di Gemonio arriva un’autentica folla: gli amici del solitario pittore, semplici conoscenti e personalità importanti, da tutta Italia, come lo scrittore e giornalista Achille Campanile che così descriverà la giornata: “La scoperta di un nuovo artista è ancora per pochi romantici un fatto emozionante come la scoperta di un nuovo corpo celeste: una astro che va ad arricchire il nostro cielo”.
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