Formigoni presenta il suo Pdl
Centinaia di Fan del presidente della regione Lombardia hanno accolto il suo comizio nel centro di Varese. Accanto a lui Raffaele Cattaneo, gli altri candidati varesini e un trenino
Ad accogliere Roberto Formigoni nella città giardino c’erano innanzitutto un trenino e un’auto elettrica “Made in Varese”: e non poteva che essere così, visto che chi faceva gli onori di casa insieme ai suoi colleghi candidati locali era Raffaele Cattaneo, il “suo” assessore ai trasporti, quello che prende il treno coi pendolari per "vedere come funzionano" e che ha fatto partire i lavori della Pedemontana. Ma l’accoglienza dei fan del Governatore – come tali possono essere chiamati i loro sostenitori: sono infatti molto più che attivisti, considerati i cori da stadio e la allegra irriverenza con cui accolgono i loro candidati – è stata, trenini a parte, calorosissima.
Una accoglienza che Formigoni, che si ricandida per la quarta volta a Presidente della regione Lombardia, ha ricambiato partecipando attivamente ai “festeggiamenti” e ringraziando “innanzitutto di avere portato i vostri bambini, che sono tanti, e vederli è sempre una festa” al suo comizio in piazza del Podestà.
Il comizio e il bagno di folla del presidente – attuato insieme ad alcuni dei candidati varesini come lo stesso Cattaneo o Rienzo Azzi – avevano innanzitutto uno scopo: motivare i varesini, come tutti i lombardi, a votare, facendo così sentire chiaramente la voce e le scelte dell’elettorato. «A Varese chiedo innanzitutto forza. – Ha spiegato Formigoni – Più forza date alla coalizione e ai partiti in questa provincia, più forza date a Varese in Regione. Io non ho nessuna intenzione di dire ora come sarà la mia giunta, perchè il mio primo dovere è ascoltare gli elettori. Loro parleranno il 28 e il 29 marzo, e io dovrò stare zitto ed ascoltare. Quando avremo visto le loro istanze, allora deciderò. E se qua a Varese io avrò il pieno di voti, magari poi batterete anche il numero record di assessori del territorio che avete avuto ultimamente».
Un incitamento che mette dichiaratamente «in competizione le province lombarde» e che suona ancora più da richiamo nei territori "simbolo" della Lega, la quale malgrado faccia parte della coalizione è comunque concorrente temibile, in fatto di rapporti di forza. Anche se: «La Lega non ci supererà» dice sicuro Azzi dal palco, esplicitando nello stesso tempo però anche i timori interni al centrodestra.
Dalla parte della giunta Formigoni comunque ci sono i numeri, accumulati in tanti anni di governo: «Stiamo uscendo dalla crisi più velocemente che nel resto d’Italia. Innanzitutto, perchè i lombardi “ci hanno messo del loro” autofinanziandosi finchè potevano. Ma grazie anche ad una politica di sviluppo che li ha sostenuti».
I soldi che la Regio
ne ha destinato alle piccole aziende sono tanti, nell’ordine dei milioni di euro: «E abbiamo dei bandi ancora in essere per chi investe e non licenzia». Ma può dire anche che «Abbiamo fatto tantissimo per la sanità, che ora non ha uguali in Italia» e ricordare «Tutto quello che abbiamo fatto per Malpensa. Che cresce anche senza Alitalia».
Raffaele Cattaneo, mentre parla, è sempre al suo fianco. Con lui incarna la "Politica del fare", "La vera politica moderna, quella efficiente". E quando accennano alle proteste dei piccoli imprenditori, delle “impresecheresistono” che si sono ribellate agli immobilismi della democrazia, Formigoni può dire: «C’era chi di noi ascoltava, agli incontri che gli imprenditori hanno fatto (lo stesso Cattaneo, appunto, ndr). Ma nessuno si è mai lamentato con lui di quello che ha messo in campo la Regione. I problemi, semmai, stavano altrove».
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