Masnago, Avigno, Velate, Lissago, Bobbiate: arriva la superparrocchia
E' la seconda delle quattro comunità pastorali che sostituiranno le più di 30 parrocchie della città giardino. Ma le cose cambieranno meno di quel che sembra: a parlarne monsignor Gilberto Donnini
Una supercomunità pastorale che riunisce le parrocchie di Masnago, Avigno, Velate, Lissago, Bobbiate, Calcinate del Pesce: è questa l’ultima notizia che circola tra fedeli e mamme che frequentano gli oratori delle cinque parrocchie varesine. In realtà, l’ultimo annuncio di quella che si presenta come una “ristrutturazione complessiva” della geografia parrocchiale di Varese, che è destinata a passare dalla trenina di parrocchie cittadine a solo quattro comunità pastorali.
«Una comunità pastorale che innanzitutto, non è ancora nata – tiene a precisare monsignor Gilberto Donnini – Verrà costituita infatti quando ne sarà nominato il responsabile. Una nomina che probabilmente non arriverà prima di ottobre: in quelle parrocchie stanno cambiando infatti molte cose».
E’ dello stesso parroco di Masnago, don Giorgio Maspero, infatti, l’annuncio ai suoi parrocchiani del trasferimento alla parrocchia di San Macario di Samarate. E una analoga notizia arriva a proposito del parroco di Bobbiate: «Don Fiorenzo Mina, che oltre che parroco di Bobbiate si era prestato a fare da cappellano ai Miogni è stato chiamato al carcere di Opera – spiega Donnini – Un grande segno di apprezzamento per il delicato lavoro che ha svolto»
Per “assegnare” la super parrocchia bisognerà attendere quindi le nuove nomine. «Anche se tengo a precisare che la nascita delle comunità parrocchiali non fa scomparire le parrocchie in sé, almeno le più grandi». Come hanno già sperimentato, per esempio, i parrocchiani della Comunità pastorale Don Carlo Gnocchi che riunisce le parrocchie di Giubiano, San Carlo, Bustecche e Lazzaretto: ora hanno infatti un “superparroco”, don Massimiliano Terraneo, che è anche parroco di San Carlo. Ma non hanno perso i loro rispettivi “parroci” di partenza, mentre a loro, fra qualche tempo, si unirà anche la parrocchia di Bizzozzero.
La seconda superparrocchia cittadina a formarsi sarà dunque, nuove nomine permettendo, quella di Masnago, Avigno, Velate, Lissago, Bobbiate e Calcinate, che conta al suo interno circa 20mila potenziali utenti, tanti quanti sono i cittadini di quelle castellanze. Ma subito dopo arriverà quella delle parrocchie del centro, di cui Donnini è parroco: «La nostra comunità è però ancora in gestazione. Io per ora sono parroco di due parrocchie, o meglio di una unità pastorale, quella di san Vittore e Casbeno. Quando diventerà comunità comprenderà anche Bosto, Capolago e Cartabbia».
Insomma, le “aree geografiche” delle nuove comunità parrocchiali varesine sono già state tracciate: «Oltre a quelle che abbiamo detto, sono previste altre due comunità pastorali: quella che si può considerare della parte nord, cioè sant’Ambrogio, Fogliaro, Bregazzana, Kolbe e Rasa e quella che riunirà Biumo inferiore e superiore, Valle Olona e San Fermo. Ma per queste il percorso è più lungo».
Così, dunque, alla fine, si presenterà la “geografia parrocchiale" di Varese: con tempi vari. Perchè qui non si tratta di tracciare confini, ma di aggregare persone: «A livello parrocchiale infatti è un percorso che comincia da lontano e spesso partendo dalla pastorale giovanile, come è successo alla comunità don Gnocchi che era già da anni unità in molte attività dal “Bugiulaz”. A Bosto, la pastorale giovanile la facciamo già noi, e anche con Casbeno è due o tre anni che si lavora insieme».
Grandi cambiamenti, che hanno molto a che vedere con la crisi delle vocazioni: «Ma non è soltanto questo. L’obiettivo è valorizzare maggiormente le risorse interne a queste comunità: in termini sia religiosi (penso ai frati di viale Borri e alle suore a Casbeno) sia di impegno dei laici, valorizzando ciascuno nel proprio ruolo. Non è un obiettivo da poco: è materia del Concilio vaticano Secondo, dove si parlava non di suore, preti, parroci, ma di “popolo di Dio”».
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