Nel turismo secondi solo a Milano
I dati di Osserva (www.osserva-varese.it) , l’osservatorio economico della Camera di Commercio, dicono che in provincia sono aumentati alberghi, agriturismo e bed and breakfast. «Il flusso dei turisti in entrata dal 2000 ad oggi è aumentato del 60 per cento»
In provincia di Varese aumentano gli alberghi e gli esercizi complementari (agriturismo, bed e breakfast, campeggi) e il numero di posti letto. Incrementi sensibili, ma che danno l’idea di un cambiamento in atto. I dati forniti da Osserva (www. osserva-varese.it), l’osservatorio economico della Camera di Commercio, presentato durante la giornata dell’economia, parlano di un incremento del 3,88% del numero di esercizi presenti sul territorio (402). Il numero di posti letto è passato dai 19.493 del 2008 ai 19.904 del 2009 (+2,11%). Un segnale positivo per Varese “Land of tourism”, agenzia di sviluppo turistico presente sul territorio da circa dieci anni. «I dati di Osserva sono corretti perché in questi ultimi due anni, anche per effetto del Mondiale di ciclismo c’è stato un aumento delle strutture su Varese Città e su Malpensa – spiega Guido Brovelli, presidente di Federalberghi –. Purtroppo a questo aumento non corrisponde un aumento della domanda turistica e quindi per noi albergatori la torta è sempre la stessa».
Nella zona dei laghi, nel nord della provincia, ha una maggiore incidenza il turismo legato alle vacanze, mentre su Varese città e nel sud della provincia, un turismo legato agli affari e all’ industria. «La città come polo congressuale – continua Brovelli – è stata colpita dalla crisi economica e le strutture sono in sofferenza perché quel turismo non ha ancora un’alternativa vera. Il turismo business vive di variabili non controllabili perché dipendono molto dall’esterno. Il turismo vacanziero invece dipende dal territorio e si puo’ valorizzare, mettendolo a sistema, concentrandosi su poche linee sicure legate allo sport e alle caratteristiche del territorio. Penso ad esempio a chi ama giocare a golf o chi vuol fare del canottaggio. Occorre però progettare su un piano di tre-cinque anni e pianificare gli interventi con scelte strategiche di mercato. Il nostro scopo è portare qui gente e per farlo bisogna coinvolgere il turista in un progetto. Mi piacerebbe vedere un piano industriale, delle discussioni, un piano strategico».
Secondo Massimiliano Serati, professore di politica economica dell’Università Liuc di Castellanza e studioso del fenomeno turismo in provincia di Varese, i dati pubblicati dall’osservatorio della Camera di Commercio indicano che sul territorio c’è stato un cambiamento che va ben oltre gli ultimi avvenimenti sportivi di richiamo, come i Mondiali di ciclismo. «L’aumento dei posti letto è un trend che riguarda gli ultimi 5 anni – spiega il docente – ed è la risposta alla crescita di flussi di turisti in entrata che dal 2000 ad oggi ha visto una crescita superiore al 60 per cento (dati Istat). Nel 2007 abbiamo superato persino Como che, in fatto di turismo, ha un brand molto forte. L’imprenditoria privata ha risposto a questi flussi con un’offerta e uno dei tre segmenti turistici del territorio è il turismo congressuale, vorace di posti letto, che si serve di strutture alberghiere grandi. Il turismo progressivamente è diventato uno dei motori dello sviluppo provinciale, acquisendo dignità dal punto di vista economico, del lavoro, del fatturato e della notorietà».
I dati indicano un altro aspetto interessante: circa il 50 % dei turisti che vengono nel Varesotto sono stranieri e molti di questi hanno sicuramente conosciuto la provincia durante viaggi legati al business, al lavoro e ai congressi. La vocazione industriale del territorio puo’ essere quindi un traino per lo sviluppo turistico. Gli esempi sono molteplici, basti pensare al neonato distretto aerospaziale lombardo e all’inaugurazione di Volandia, il museo legato alla storia del volo nei pressi di Malpensa, che potrebbero attirare migliaia di appassionati. «Questa contaminazione, che per ora accade in modo marginale, è una delle linee di sviluppo forte che il territorio vuole darsi – continua Serati – . L’idea che in questo momento anima gli attori pubblici è una saldatura tra il mondo produttivo e quello turistico, cioè legare l’emozione che dà il paesaggio alla sua vocazione industriale. È lì che dobbiamo schiacciare l’acceleratore. L’altro aspetto di successo è la diversificazione dell’offerta turistica perché siamo in grado di offrire tutte le tipologie: il turismo ambientale, culturale e sportivo».
Nel processo di creazione di “Land of Tourism” il tema del turismo sostenibile è un elemento molto importante perché sentito a tutti i livelli e potrebbe diventare il collante che mette insieme il turismo di affari e quello legato al tempo libero. «I dati dell’Istat ci dicono che nel 2009 per quanto riguarda i flussi turistici in Lombardia noi siamo secondi solamente a Milano – conclude Serati -. E non appena il clima economico si ristabilirà il Varesotto è in rampa di lancio».
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