Paragone: “Mi ha fatto sentire l’odore di redazione”
L'attuale vicedirettore di Rai 2 ha fatto i suoi primi passi da giornalista in Prealpina. E ricorda i suoi trascorsi famigliari e personali con il suo primo editore
«Il suo nome è sicuramente legato alla mia stagione degli esordi, a quella della bottega nel vero senso del termine. Quando io ho iniziato in Prealpina lui era editore di una macchina già compiutamente giornalistica: era la Prealpina guidata da Mino Durand, era la Prealpina di Spartà, Giuliani, Del Frate, Pisati. Il mio ruolo era un po’ di clandestinità, come lo è sempre quello dei collaboratori: che scrivono i pezzi, ma approfittano di ogni momento per annusare “l’odore della redazione”». A parlare è l’attuale vicedirettore di Rai 2, Gianluigi Paragone, che i suoi primi passi da giornalista li ha fatti proprio in Prealpina: «Sono stati, quelli, gli anni che mi hanno preparato al salto nel giornalismo nazionale e questo non posso dimenticarlo. Ferrario è stato un editore dal ruolo severo ma che conosceva l’importanza dei collaboratori. Una importanza che sapeva testimoniare: a Rete 55, poi alla Padania, poi a Libero e ora in Rai, Ferrario mi ha sempre seguito con affetto».
Morale: «Con lui, la provincia di Varese perde un protagonista – continua Paragone – Che ad un certo punto ha giocato anche un doppio ruolo, aprendo con questa scelta anche un dibattito sul ruolo del giornalismo stesso. Evidentemente però, ad un certo punto, la figura di editore non gli bastò più. Annusò, evidentemente, anche lui quell’”odore della bottega” e pensò di curiosare nell’altra metà del cielo giornalistico».
Il rapporto professionale di Paragone con il suo primo editore che ha anche connotazioni personali: «Non posso che fare le condoglianze alla famiglia, e anche a tutta la Prealpina, che perde una figura carismatica – conclude – E vorrei sottolineare che i ricordi che ho sono descritti anche a nome di mio padre: per me Roberto è una figura legata ad una dimensione famigliare. Lui, Mino Durand e papà erano più che amici: erano una famiglia. E adesso, probabilmente, Mino starà aspettando Roberto lassù, o forse si staranno già “beccando” come facevano qui».
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