Il bello di villa Toeplitz raccontato dal suo giardiniere
Il restauro del giardino di villa Toeplitz, inaugurato venerdì 15, ha potuto godere di un consulente d'eccezione: Quinto Brilli, classe 1915, che fu giardiniere della ricchissima famiglia polacca
Villa Toeplitz torna ai suoi fasti dopo oltre quarant’anni di sostanziale incuria. Quella che era una villa lussuosa, tutta giochi d’acqua e fiori, angoli coi pesci, divani, telefoni e persino cappellette interne è rimasta un peso morto per decenni.
Ora, un’amministrazione sensibile a questo genere di bellezze ha deciso di ridarle un po’ del suo lustro. E per farlo, ha avuto la fortuna di avere un consulente d’eccezione: uno dei giardinieri di allora, Quinto Brilli, classe 1915 e una lucidità e un piglio che molti cinquantenni gli invidierebbero.
«Non è che sia venuta proprio uguale uguale» spiega il signor Brilli «L’acqua quando veniva fuori dalla Martica (ora l’acqua che alimenta le fontane è di riciclo, prima arrivava direttamente da una sorgente montana, ndr) era di più, e tutte le distese che adesso hanno il prato o la ghiaia, prima erano pienedi fiori, che davano una impressione stupenda… però che sia tornata l’acqua è bello».
Quinto, nato in Toscana, a villa Toepliz ci è arrivato da ragazzo, tra i 15 e i 20 anni, ed è rimasto a lavorare fino al 1938: si occupava dei frutteti. «Ho messo 106 piante, soprattutto peri e meli»: ma con lui al lavoro c’erano ben trenta persone: «C’era una persona che curava l’amministrazione, una che badava a fare andare avanti la casa, quattro camerieri, il cameriere per lui e quello per lei… erano in tanti a lavorare qui». Villa Toeplitz deve il proprio nome a Giuseppe Toeplitz, banchiere di origine polacca, che la acquisì nel 1914. 
Brilli conosceva ogni angolo di quella villa «Che aveva quattro o cinque telefoni sparsi per il parco, così il signore poteva ricevere le telefonate (negli anni trenta!!!!)» uno dei quali (nella foto a destra) era in un locale riparato sotto la balconata più alta: «Dove c’era la fontana con i pesci, lo zampillo dell’acqua e un grande divano pieno di cuscini». Un piccolo angolo che allora doveva essere da mille e una notte.
Del periodo in cui Brilli ha lavorato – e vissuto – a villa Toeplitz, ricorda gli ospiti: «Una volta venne un grande musicista che doveva suonare alla Scala. E’ rimasto più di una settimana a provare qui. Di artisti in casa ce n’erano spesso, perché anche la signora era un’artista, anche se quando aveva sposato suo marito aveva smesso di lavorare. Nella biblioteca c’erano ancora le sue locandine». E anche il padrone di casa era una delle persone più influenti di quegli anni «Toeplitz era presidente di tutti i Wagon Lits d’Europa, e aveva messo in piedi la banca Commerciale di qui. Nella villa passavano molte persone importanti».
Dopo di allora, il mestiere di Brilli è diventato quello di “giardiniere delle ville” occupandosi poi anche di villa Mylius e di altre case padronali del varesotto. Ora, di questa lunga e affascinante vita gli restano un dialetto bosino inframmezzato da espressioni come “bischero”, e l’attenzione dei tecnici del verde pubblico del comune di Varese: che per la ristrutturazione della “sua” villa Toeplitz hanno fatto tesoro dei suoi consigli, fin dove è stato possibile.
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