Scatti di un viaggio nel tempo di San Francesco
Una prima nazionale la mostra fotografica dedicata al Santo di Assisi. L'organizzatore: “Non semplici foto ma ma spunti di meditazione”
So che sono della stessa famiglia, cioè sempre figli di San Francesco, ma ho dimenticato storia e ragioni dell’esistenza di diversità tra due squadre di frati che combattono la buona battaglia sotto la stessa bandiera. Nella nostra città i frati hanno fatto della Brunella una delle migliori parrocchie, il convento di viale Borri invece l’hanno trasformato in un riferimento importantissimo della comunicazione grazie a Radio Missione Francescana e in un attivo centro di cultura che in un paio d’anni è già avanguardia; senza contare l’attenzione e il sostegno ai gruppi di preghiera e il recente impegno ai fini dell’accoglienza che ha trasformato in cantiere il convento con la realizzazione, già in fase avanzata, di una cinquantina di camere per ospiti.
Alla vivacità culturale, dovuta a enti, associazioni o privati, che caratterizza la Varese di questi tempi, i nostri cappuccini riescono a dare un notevole contributo con iniziative di livello che calamitano l’interesse anche del mondo laico. Un successo le cene con l’autore: tutto esaurito per l’intera stagione e si può capirlo se critici e docenti autorevoli parlano per esempio di Leopardi tra una portata e l’altra di cibi e vini della terra marchigiana.
Padre Marco Finco è il “creativo” al quale molto si deve e l’ultima sua proposta culturale è di livello nazionale: una mostra fotografica che ha per tema il testamento di Francesco, un incontro con luoghi citati in quella strepitosa testimonianza cristiana e monacale che è l’ultimo messaggio all’umanità di un uomo che ha tratto dalle sue esperienze riferimenti e stimoli per un percorso di autentica vita.
“Il passo di Francesco” è il titolo della mostra che verrà aperta sabato prossimo alle 21 nel salone del convento – un altro spazio a disposizione della comunità cittadina-e che sarà presentata da un ospite d’eccezione, padre Pietro Maranesi, frate cappuccino, oggi uno dei più autorevoli studiosi del Testamento di san Francesco.
«Sì, la sua è una partecipazione importante, anzi direi fondamentale per un approccio o una migliore conoscenza del Testamento» è padre Marco che parla accogliendo il nostro invito a un approfondimento sui motivi e i contenuti della mostra.
Quando ha avuto l’intuizione di affidare a una mostra fotografica il compito di proporre il Testamento?
«Il progetto si delineò in occasione di un incontro con due amici fotografi, Luigi Salerno di Milano e Matteo Reni di Busto Arsizio, ai quali chiesi la disponibilità di un viaggio e di una riflessione per immagini nel cuore del Testamento di Francesco. Si era nel tempo del Natale 2009, Salerno e Reni si sono preparati e si sono avviati lungo un percorso non facile, una comunicazione che dagli occhi doveva scendere al cuore e far rivivere e capire e accettare attraverso le immagini quella che è stata anche presenza di Dio in Francesco, quello che è stato un significativo messaggio agli uomini e agli stessi frati e che è rimasto attuale nei secoli»
E lo è anche ai nostri giorni…
«Certamente, perché il nostro è un tempo che può trovare respiro e speranza nel recupero e nell’accettazione del valore di moniti, di richiami a ritrovare se stessi con riflessioni nuove e rigeneranti».
La visita alla mostra può essere un incontro personale, intimo, suscitato dagli appelli di Francesco che per noi possono diventare occasione di spiritualità profonda.
«Nessuna delle foto non sarà, non potrà essere, una cartolina, ma una spinta a una meditazione, a un viaggio dentro di noi accompagnati da Francesco. I luoghi del testamento, il bianco e nero, gli ammonimenti di per se stessi rappresentano un momento di riflessione perché sono uno specchio nel quale dobbiamo scrutarci senza riserve, per ritrovarci, per riprendere il cammino al passo di Francesco».
Come è allestita la mostra?
«Come se si accedesse al piazzale della basilica inferiore di San Francesco in Assisi, la facciata della quale sarà sullo sfondo. Le foto saranno 18, 50×70 la loro grandezza. Gli orari di ingresso: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì mattino. Per le visite guidate è necessaria la prenotazione».
L’unica foto della mostra visibile oggi (e che qui proponiamo ndr) è riprodotta sul biglietto di invito: è uno scorcio della chiesa di san Damiano ripresa dalla stradina di accesso. E’ bellissima, è carica di atmosfera, ti riporta indietro nel tempo.
«Abbiamo scelto il bianco e nero anche per questi effetti. Sabato sera all’inaugurazione questo viaggio nel tempo e in noi avrà avuto un prologo importante nelle parole di padre Maranesi. Varese per l’intera iniziativa sarà un test interessante, una “ prima” di valore assoluto alla quale seguirà la presentazione nazionale ad Assisi nella primavera del 2011».
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