Accoltellamento in centro, arrestato un ventenne

La vittima operata nella serata di ieri è fuori pericolo. L'aggressore sospettato è un cubano di 20 anni. L'accusa è di tentato omicidio

Morales Enrique Manuel Maceo. È questo il nome dell’accoltellatore che ha ferito in pieno centro un tunisino di ventisei anni. La Polizia di Stato, coordinata dal pm Luca Petrucci, lo ha individuato grazie alle descrizioni dei negozianti del negozio di via Veneto dove il tunisino si è rifugiato. Il giovane cubano, 20 anni, è stato arrestato a Venegono Superiore dove abita con la famiglia: è accusato di tentato omicidio e porto abusivo di coltello. Gli agenti sono riusciti a ricostruire la vicenda in poche ore. All’origine dell’accoltellamento c’è una lite precedente, consumatasi in via Medaglie d’Oro: lì il tunisino ha colpito al volto il cubano, spaccandogli i due incisivi con una testata. Il tutto a causa, sembra, di un debito di 350 euro che il centroamericano doveva al maghrebino. Colpito al volto, il ventenne ha inseguito il rivale fin dentro al negozio in via Veneto, colpendolo a sua volta con un fendente nella zona lombare, per poi fuggire. I negozianti e alcuni passanti hanno però riconosciuto il giovane, descrivendolo dettagliatamente alle forze dell’ordine che sono riuscite a rintracciarlo a Venegono Superiore, dove il giovane era stato visto più volte nei pressi della stazione ferroviaria. Il cubano ha confessato e ha spiegato che la rissa è nata poliziaper una sigaretta negata, ma la Polizia di Stato sospetta che ci possa essere un giro di droga alla base del litigio: il giovane infatti era già stato segnalato per il possesso di alcune dosi di hashish. I testimoni hanno detto che all’interno del negozio, prima di fuggire, urlava e si lamentava per la testata ricevuta, accusando il rivale tunisino di avergli provocato “un danno da 2000 euro”.

 
Il tunisino intanto è stato operato nella notte: è fuori pericolo. La lama conficcata nella zona lombare è penetrata per 11 centimetri. Non è stato trovato il manico del coltello: gli investigatori hanno infatti spiegato che è usanza soprattutto dei sudamericani di allentare la lama per non permettere che si individuino le impronte digitali.

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Pubblicato il 20 Dicembre 2010
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