Per Biumo e il Sacro Monte la proposta dell’albergo “diffuso”

L'idea è stata avanzata nel corso di un incontro sul turismo organizzato dalla Confesercenti. Una nuova occasione per discutere delle strategie per lo sviluppo del settore in provincia

turismo varese «Al turismo in provincia di Varese serve un "collante". Qualcosa che permetta di unire il  pubblico e il privato per fare il passo in avanti tanto atteso». È quanto emerso nel corso dell’incontro "Che turismo vogliamo?" organizzato da Confesercenti Assoturismo al City Hotel di via Medaglie d’Oro. L’iniziativa che ha visto la partecipazione di diversi operatori del settore è stata l’occasione per parlare di strategie ma anche per avanzare idee più concrete. Come quella di applicare il modello dell’albergo "diffuso" a quartieri particolari della città come il Sacro Monte o il colle di Biumo, quest’ultimo già in passato al centro del dibattito sulla proposta di creare un albergo di lusso vicino al centro congressi delle Ville Ponti. A spiegare di cosa si tratta ci ha pensato Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing del turismo dell’università di Perugia: «È un modello di ospitalità tutto italiano, nato circa una trentina di anni fa e regolato da precise norme in molte regioni italiane compresa la Lombardia. Per realizzarlo si utilizzano strutture preesistenti molto vicine tra di loro, generalmente infatti nasce nei borghi. Prevede la presenza di alcune stanze che possono essere anche in edifici diversi e di aree comuni come spazi per convegni, sale tv o punti internet. Chi lo gestisce è una società che deve offrire al turista tutti i servizi dell’albergo ed è distinto da un bed and breakfast o da un affittacamere. Il modello diffuso – ha concluso il docente – offre molti spunti di interesse: non è un servizio in concorrenza con le altre strutture. È un’integrazione e si rivolge a turisti "di terza generazione" che vogliono vivere a contatto con il territorio che visitano, in mezzo alle case dei residenti».

I commenti – La proposta, per quanto ancora completamente astratta, ha però attirato l’interesse dei presenti, compreso quello del presidente della Camera di Commercio di Varese, Bruno Amoroso che l’ha definita una "ipotesi interessante". «Potrebbe permetterci di rilanciare il dibattito sull’albergo delle Ville Ponti – ha detto Mauro D’Errico (nella foto in alto con Gianni Lucchina e Cesare Lorenzini), responsabile del turismo in Confesercenti e dell’area leasure nel Consorzio Varese Convention Visitors Bureau – in un’ottica di riqualificazione nel rispetto del paesaggio dell’intera area del colle di Biumo». D’Errico, dopo aver illustrato la situazione del turismo in provincia, ha avanzato un’ulteriore proposta, quella di affidare al Convention Bureau la possibiltà di gestire il Centro congressi delle Ville Ponti sulla scia di quanto avviene in altre zone d’Italia.

Turismo "mordi e fuggi"– Attirare nuovi visitatori non è l’unica missione affidata al sistema turistico: la vera sfida è farli rimanere un po’ di più. I dati infatti parlano chiaro sottolineando una permanenza molto limitata che non va oltre i due giorni: «In vista di questo obbiettivo dobbiamo lavorare insieme favorendo la nascita di un collante che tenga insieme il quadro – ha spiegato Massimiliano Serati, docente della Liuc di Castellanza che da tempo studia l’andamento del settore nel nostro territorio – bisogna puntare su un modo di fare turismo: è stata individuata la via della sostenibilità, per la quale Varese ha anche una predisposizione naturale. Sostenibile non nel solo senso ambientale ma anche accessibile, relazionale e che non violenta il territorio, valorizza le vocazioni naturali del territorio. Una di queste è certamente quella industriale: un sistema turistico che non tiene conto di questo aspetto non è coerente, il Varesotto è un luogo di eccellenza per il mondo produttivo. Dobbiamo ricordare che il prodotto tipico non è solo agroalimentare ma anche design, la tradizione economica». 

La governance – Un altro punto caldo della discussione resta la neonata "Agenzia del turismo" che aldilà delle osservazioni dei giorni scorsi è l’attore protagonista. È stata nominata in tutti gli interventi che si sono susseguiti oggi. Più volte si è parlato del "coordinamento" e non, va precisato, per puro spirito di critica ma proprio perché questa sembra essere l’esigenza più forte da parte degli operatori. «Le sorti del turismo in provincia di Varese sono oggi in mano a due strutture: l’agenzia e il consorzio – ha detto Iljic Cesca, presidente di Assoturismo provinciale – esse sono il cardine dello sviluppo di questo settore. È naturale che ci si crei una domanda in merito alla governance, per capire come si stanno muovendo e qual è la linea generale che stanno seguendo». In merito è intervenuta infine la direttrice dell’Agenzia del Turismo, Paola Della Chiesa, «Stiamo lavorando per fare bene e le polemiche non servono al territorio. Esiste un dialogo sia con gli enti locali che con il consorzio turistico. Personalmente ho incontrato quasi tutti i responsabili dei comuni della nostra provincia, un territorio che non ha un’unica identità turistica ma che è molto eterogeneo. Per questo il rinnovamento del sistema non è un’impresa semplice: occorre partire dal basso e qualche risultato lo abbiamo già ottenuto come l’assegnazione degli europei di canottaggio».

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Pubblicato il 13 Dicembre 2010
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