Stazioni varesine “bocciate”, per il Pd serve una nuova gestione
Concluso il giro delle strutture di tutta la provincia promosso dal Partito democratico regionale. Tosi e Alfieri: «Meglio le Nord che le FS. Più risorse e coinvolgimento degli enti locali»

A Varese, il giudizio degli utenti (punteggio da 0 a 8) evidenzia una situazione diversa per le stazioni Rfi (voto massimo 4,8) e le Nord (voto massimo 7). «È una realtà abbastanza diffusa in tutta la provincia – spiega Tosi -, basta fare un giro nelle due stazioni di Busto. Ci sono ragioni storiche per questa differenza. Le Nord in generale sono più piccole e godono di una maggior vicinanza con le comunità locali».
Ma nel complesso, il report di Tosi – che non ha visitato quelle della Valceresio dopo passerà l’Arcisate-Stabio e Malpensa – delinea un quadro con più ombre che luci: nel 27% dei casi manca sia la biglietteria con personale che automatica e in stazioni come Busto e Gallarate la domenica sono chiuse; le obliteratrici per i biglietti mancano nel 17% dei casi; il 90% sono dotate di sala d’aspetto, ma in quasi la metà manca il riscaldamento; WC inagibili e chiusi in più del 30% dei casi; stazioni inaccessibili a persone disabili nell’85% per casi con sottopassi degradati in un terzo delle realtà; vita difficile anche per chi arriva in bici perché ci sono rastrelliere solo nella metà delle strutture e spesso non hanno copertura; anche la possibilità di arrivare a prendere il treno a bordo di mezzi di trasporto su gomma pubblici è limitata al 49% per cento delle strutture. Sembrano infine più sicure le Fnm che sono sempre dotate di Polfer, servizi di vigilanza o una colonnina per chiamare le forze dell’ordine o il pronto soccorso. Secondo l’indagine del Pd, nelle Rfi, invece, solo a Gallarate e Luino c’è al Polfer, mentre nelle altre non esiste nessun meccanismo per mettersi in contatto con le forze dell’ordine o il pronto soccorso. «E a fronte di questa situazione – puntualizza Tosi – dalla Regione sembra ormai confermato l’aumento delle tariffe del 20 o 25 per cento. Un aumento che però colpirà i viaggiatori senza migliorare le condizioni dei servizi». Aumenti che, contesta il collega Alessandro Alfieri, «sono del tutto iniqui perché valgono per tutti a prescindere dal reddito. Dall’1 febbraio le famiglie lombarde rischiano di ritrovarsi davvero con una stangata. E questo mentre la Lega, dopo aver votato a Roma la Finanziaria, si lamenta dei tagli» (nella foto Taricco, Tosi, Alfieri, Bova e Rasetti).

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