BTicino e Aermacchi “rinate” grazie alla filosofia giapponese

Non sprecare per un'azienda significa creare più valore. L'approccio "lean" elaborato dai giapponesi ha dato risultati straordinari

lean liuc
Piccoli, medi e grandi. Sono arrivati da tutto il Nord Italia e dalla vicina Svizzera per ascoltare il verbo giapponese. Nell’aula Bussolati dell’università Cattaneo di Castellanza gli imprenditori hanno occupato subito tutti i posti e con disciplina nipponica hanno ascoltato le testimonianze sulla filosofia «lean». Oriente e Occidente erano uno di fronte all’altro «per liberare le proprie differenze», come direbbe Luigi Battezzati, docente dell’università Liuc.
È un po’ strano parlare di filosofia quando si ha a che fare con la concretezza della produzione industriale. Ma l’accostamento è inevitabile in quanto questa filosofia è sinonimo del fare con una visione diversa: del fare di più e meglio, evitando gli sprechi.«I risultati possono essere clamorosi: riduzioni dal 50 al 90% di tempi e spazi necessari. Lean è bello, anche esteticamente, una fabbrica in cui si lavora bene» spiega Fabrizio Bianchi, docente dell’ateneo di Castellanza.
Quella elaborata dai giapponesi della Toyota è una filosofia aziendale che puo’ diventare stile di vita e  prevalere anche sul sistema Paese. In Italia alcune aziende, tra cui BTicino, Alenia Aermacchi, Sices Group, Agusta, Slimpa, utilizzando l’approccio lean sono in qualche modo “rinate”. L’entusiasmo dei manager, quando raccontano l’esperienza fatta in azienda, è a dir poco contagioso. Nella loro testimonianza c’è una spontaneità molto italiana e poco giapponese, e anche questa è una differenza da liberare. «Nel 2001 – dice Gianpaolo Iacchetti, manager della Bticino – abbiamo visitato otto aziende giapponesi, constatando che per loro non esiste una separazione tra chi pensa e chi fa. Per loro tra il dire e il fare c’è di mezzo ancora il fare. Ad esempio, in Giappone non c’è il controllo della qualità, in Giappone si fa qualità. Al nostro ritorno avevamo una nuova consapevolezza: tutto ciò che non crea valore nella produzione è spreco».
Nell’oriente in generale il maestro non dà l’esempio: il maestro agisce, il maestro fa. E per mettere a frutto la filosofia lean e individuare gli sprechi si analizza tutto perché lo spreco è come la polvere, si annida ovunque, soprattutto nelle catene di comando dove spesso non si mettono in discussione i passaggi che le compongono. Per ottenere risultati bisogna combattere molto con le resistenze delle persone e quindi diventa fondamentale la formazione. «La filosofia lean cerca di ottimizzare tutto – sottolinea Carlo Noè, docente della facoltà di ingegneria alla Liuc e tra i primi a introdurre questo approccio al Politecnico e all’Ateneo di Castellanza- . Perciò è fondamentale formare giovani che possano dare supporto subito in azienda».
La lean alla BTicino ha dato ottimi risultati, al punto che nel 2004 le fabbriche italiane, in termini di produttività, erano le migliori del gruppo. «Visti i numeri, i capi francesi (la BTicino fa parte del gruppo Legrand, ndr) mi hanno convocato – continua Iacchetti -. Io gli ho parlato della lean e loro l’hanno applicata. Lo scorso anno la nostra produzione è stata 35 volte quella del 2000».
Lo stesso è accaduto all’Alenia-Aermacchi, azienda aeronautica che produce addestratori militari e velivoli civili. Anche qui c’è di mezzo un viaggio ispiratore, questa volta in America, alla Goodrich azienda aeronautica che sull’orlo del fallimento è resuscitata grazie alle cure lean di un manager giapponese. «Quando siamo tornati in Italia – spiega Franco Filippi, manager di Aermacchi- eravamo cinque persone diverse. Tra me e me ho pensato: “questi tra pochi anni ci fanno fuori”». L’azienda di Venegono Superiore decide la svolta e porta in azienda due manager lean americani che si mettono al lavoro. «Con questo approccio abbiamo rivoluzionato l’azienda – conclude Filippi – perché sprecavamo in un mare di cose e non ne eravamo consapevoli. È un po’come andare a funghi: la prima volta vedi solo foglie e poi inizi a vedere anche i funghi. Sprecare meno significa più valore, lo stesso vale nella vita di tutti i giorni».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 25 Marzo 2011
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