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Interrogati i picchiatori, negano di aver appeso le vittime al gancio
Il più giovane respinge le accuse di aver partecipato ai pestaggi ma fornisce ulteriori particolari gli altri due negano l'episodio del pestaggio nel garage, così come descritto dalle vittime
Sono stati interrogati questa mattina, lunedì, davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese Simona Pepe i tre giovani arrestati con l’accusa di aver pestato violentemente due loro coetanei per un debito di droga di 200 euro. Secondo la versione fornita dalle due vittime, i fratelli C.M e F.M., in un caso sarebbero stati portati in un garage, appesi ad un gancio, e picchiati con violenza inaudita, tale da rendere necessaria l’asportazione della milza ad uno dei due. Eric Di Caro di 19 anni, Alex Varricchione di 20 anni, Francesco Pianta di 18 anni si sono difesi rispondendo alle domande del giudice e del sostituto procuratore e minimizzando gli episodi che li vedono protagonisti. In particolare Francesco Pianta, il più giovane dei tre, ha respinto le accuse ammettendo di aver partecipato ad uno solo degli incontri con i due fratelli nel corso del quale non ci sarebbe stata violenza.
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«Pianta – ha precisato l’avvocato di fiducia Corrado Viazzo – non ha partecipato al pestaggio nel garage ma ha fornito elementi che descrivono i fatti così come lui li conosce». Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Varese, però, appare evidente il coinvolgimento del giovane anche in quel frangente. Il giovane avrebbe fornito elementi a suo discarico precisando quali fossero, a suo dire, le dirette responsabilità. Di Caro e Varricchione, invece, non hanno nominato un difensore di fiducia e a loro è stato assegnato l’avvocato d’ufficio Omar Salmoiraghi. Secondo la loro versione dei fatti non sarebbe stato possibile legare i due fratelli a dei ganci, come loro hanno raccontato all’autorità giudiziaria, in quanto questi sarebbero posizionati ad un’altezza tale da non potervi legare una persona. Ora il giudice dovrà decidere se confermare la misura cautelare in carcere per i tre giovani.
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