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Falchi e cervi avvistai nel Parco Pineta
Nuovi arrivi nell’area verde. Difficile nidificazione per il falco, mentre per il cervo l’Ente sta provvedendo a mettere in sicurezza le strade
Avvistati cervi e falchi pellegrini nel Parco Pineta. Un piacevole ritorno per gli amanti della natura. Dopo l’Astore ed il Picchio nero, numerose segnalazioni di ungulati giungono ormai regolarmente alla sede del Parco, è quindi ormai certa la presenza di cervi nel territorio.
«Il fatto in sè testimonia l’ampliamento delle popolazioni di cervo in tutta la zona montana e prealpina lombarda e ticinese, determinata dalla disponibilità di ambiente e di una corretta gestione venatoria affermatasi grazie allo sforzo degli organi competenti negli ultimi decenni – spiegano dall’Ente -. I boschi del Parco inoltre, si prestano alle esigenze di questo grande ungulato per la loro ampiezza e per l’alternanza tra a zone prative e fitte aree boscate nelle quali rifugiarsi. Si tratta, come già detto di arrivi spontanei, e non frutto di reintroduzioni operate da personale del Parco, gli esemplari osservati sono soprattutto di giovani maschi o subadulti alla ricerca di nuovi territori».
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Se da un lato si possono valutare in modo positivo questi nuovi arrivi, sono altresì innegabili le problematiche che da essi ne derivano, soprattutto quelle legate al traffico ed alla possibilità di incidenti. «Due sono le linee d’azione che l’Ente sta seguendo – proseguono dal Parco Pineta -; la prima riguarda la sicurezza in prossimità delle strade interne all’area protetta, ed è consistita nel posizionamento di particolari catarifrangenti, che hanno lo scopo di riflettere all’interno dei boschi i fasci luminosi provocati dalle auto in transito, intimorendo gli animali nei paraggi e ritardandone l’attraversamento. Inoltre è intenzione dell’Ente monitorare la situazione con controlli sul territorio e raccogliendo tutte le segnalazioni che pervengono da parte di cittadini, Guardie Ecologiche Volontarie, presonale del Parco».
Decisamente meno complicata, anzi molto gradevole, la situazione relativamente all’altra nuova presenza recentemente accertata all’interno del Parco. Si tratta dell’avvistamento di un esemplare maschio di Falco pellegrino (Falco peregrinus); «Questo falconide, dallo spettacolare metodo di caccia fatto di picchiate di centinaia di metri ad ali chiuse, ha conosciuto sino a pochi anni fa una situazione di gravissimo declino, dovuto sia all’inquinamento, ma anche al collezionismo sia di esemplari adulti che di uova. L’esemplare avvistato è stato fotografato mentre si alimentava con un piccione. Proprio l’abbondanza di columbidi (piccione semidomestico, Tortora dal collare orientale), tra le prede preferite del Pellegrino, potrebbe spingere questi rapaci ad utilizzare le zone aperte del Parco come aree di alimentazione. Per quel che riguarda l’eventuale nidificazione, la zona del Parco non presenta però condizioni favorevoli, in quanto la specie costruisce i propri nidi di preferenza su pareti rocciose».
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