Casalinga apre un conto per fare riciclaggio

Una donna di 47 anni è finita sotto processo a Varese con l’accusa di ricettazione. Aveva risposto a un annuncio in cui si prometteva un lavoro facile e che si poteva fare da casa. In realtà si trattava di aprire un conto corrente, a suo nome, in cui far transitare del denaro di dubbia provenienza, salvo poi girarlo a un indirizzo indicato dai promotori del raggiro e trattenere una sorta di commissione, di qualche centinaio di euro, per il disturbo. La giustificazione ufficiale era che i committenti ne avrebbero avuto un vantaggio fiscale. Ma secondo l’accusa era chiaro c’era sotto qualcosa di losco. Le istruzioni venivano inviate via mail.  La donna, che aveva utilizzato il suo conto postale a Baraggia di Viggiù, in almeno tre occasioni ha girato i soldi a un conto intestato a una donna ucraina. Secondo il Massimo Baraldo era denaro proveniente da bancomat postali clonate. In tutto sarebbe transitata da quel conto una cifra pari a circa 4mila euro. In un caso, su 2.500 euro, aveva trattenuto 300 euro. Un caso singolare, che apre anche un aspetto sociale: accettare lavori del genere a scatola chiusa può metterti nei guai.