Non dimenticate i precari di questura e prefettura
Il 31 dicembre scade il contratto di lavoro degli 11 operatori (ex interinali) che da 9 anni lavorano agli sportelli e negli archivi dei settori immigrazione. «Le loro professionalità sono indispensabili - spiegano i rappresentanti di Uil Polizia e Silp Cgil - senza di loro si paralizzerà l’Ufficio immigrazione»
Il 31 dicembre scade il contratto di lavoro degli 11 operatori (ex interinali) che da 9 anni lavorano come “precari” agli sportelli e negli archivi dei settori immigrazione di Questura e Prefettura, un problema che il governo Berlusconi ha lasciato irrisolto e che i sindacati provinciali della funzione pubblica e pubblica amministrione e la rsu Uil polizia e Silp-Cgil riportano al centro dell’attenzione.
«Le loro professionalità sono indispensabili – spiegano Francesco Cianci e Giorgio Saporiti, rispettivamente rappresentanti di Uil Polizia e Silp Cgil – e quindi chiediamo che siano definitivamente stabilizzati, altrimenti la prospettiva reale che si delinea per i prossimi mesi è quella di uno shock funzionale che paralizzerà l’Ufficio immigrazione e la sua effettiva capacità di controllare e regolare il fenomeno dell’immigrazione nell’intera provincia, oppure per la loro sostituzione ogni giorno bisognerà “richiamare” in Ufficio 11 poliziotti impiegati nelle attività operative, con la conseguenza di una forte riduzione della presenza e dell’azione sul territorio».
I precari i questo settore in Italia sono 650: come a Varese lavorano negli sportelli immigrazione delle prefetture e delle questure di tutte le province e come a Varese se il loro contratto non verrà rinnovato dovranno essere sostituiti con degli agenti di polizia.
«In questi giorni – continuano i rappresentanti sindacali – il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha dichiarato che occorre permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro con un contratto vero, non precario. È per questa ragione che, con la nostra mobilitazione, a pochi giorni dalla scadenza del loro contratto, da Varese rivolgiamo proprio al ministro del Lavoro l’appello a mettere fine ad una condizione di precariato di questi lavoratori che dura ormai da troppi anni e renderestabile l’acquisizione delle loro indispensabili professionalità. Non è solo giusto, ma anche vantaggioso, perché a guadagnarci sarà la sicurezza di tutti».
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