“Non vi preoccupate, pagheremo le tredicesime”
Firmato “Obiettivo crescita”, accordo tra il gruppo Intesa Sanpaolo e il Comitato piccola industria di Univa. Stanziati un miliardo e seicento milioni per le piccole e medie imprese lombarde
«E le tredicesime? Intesa Sanpaolo a Varese le paga. Non abbiamo nessuna intenzione di mettere gli imprenditori nella condizione di lasciare a casa qualcuno, sarebbe immorale. Troveremo il giusto prezzo». E’ un finale col botto quello di Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale della Lombardia di Intesa Sanpaolo. Parole pronunciate davanti a una numerosa platea di industriali, intervenuti al convegno “Obiettivo crescita”, organizzato in occasione della firma dell’accordo ( è il terzo in tre anni) tra il gruppo bancario torinese e il Comitato piccola industria dell’Unione degli industriali della provincia di Varese.
Baucherio, a onor del vero, aveva fatto le prove del suo finale qualche minuto prima con un’affermazione un po’ ruffiana, ma a suo modo rivoluzionaria se pronunciata da un manager di un importante gruppo bancario: «Devono essere i gestori delle nostre filiali ad andare in azienda per capire cosa fanno gli imprenditori». Il timido applauso dei presenti è stata la risposta un po’ disincantata di chi fa impresa in tempi di crisi e il più delle volte costretto ad accettare i «no» perentori dei direttori di filiale.
La ragione è che «soldi ce ne sono pochi e quelli che ci sono costano troppo» ha spiegato Alberto Testa, presidente del Comitato Piccola industria. Alle banche italiane mancano 15 miliardi di euro, una mancanza che ha reso tutti più diffidenti. Ognuno si tiene stretto ciò che ha. Eppure questo accordo mette sul piatto risorse interessanti: 10 miliardi di euro a livello nazionale, di cui un miliardo e 600 milioni per le piccole e medie imprese lombarde. Soldi destinati a progetti innovativi e di ampio respiro, orientati all’efficienza energetica, all’eco-sostenibilità, alla formazione e valorizzazione del personale e soprattutto all’internazionalizzazione, il ventre molle delle piccole e medie imprese italiane. Il numero uno regionale di Intesa Sanpaolo, sulle possibilità di finanziamento è stato però molto chiaro: «In questi ultimi 11 mesi è stato erogato oltre un miliardo di interventi nel breve termine. Ma da qui alla fine dell’anno, se non si tratta dell’affare della vita, è meglio aspettare perché lo spread diventerà insostenibile».
Delle parole pronunciate nella Sala Andrea delle Ville Ponti, ciò che colpisce è il tono. Una sorta di appello al buon governo dell’economia, fatto di alleanze a tutti i livelli: dalle imprese, chiamate a fare rete – necessità sostenuta a più riprese da Cristina Bertellini, vice presidente Piccola industria Confindustria – agli istituti di credito, chiamati ad aiutarle soprattutto nella fase di decollo verso i mercati esteri.
Baucherio e lo stesso Emanuele Zerega, direttore dell’area Lombardia Nord Ovest, non pronunciano quasi mai il nome della loro banca. Parlano, piuttosto, di «sistema del credito che non si deve tirare indietro» e di «lavorare insieme, come su Bergamo e Brescia con Zanetti» (il riferimento è al presidente di Ubi – Banca Popolare di Bergamo).
Il sistema industriale varesino, nonostante tutto, continua a fare la sua parte sui mercati esteri. E’ infatti secondo per esportazioni (38,3%), subito dopo la provincia di Mantova (41%). Gli imprenditori nostrani esportano soprattutto in Cina, Emirati Arabi e Polonia (Fonte, Servizio studi e ricerche Intesa Sanpaolo). Un sistema sano che, secondo Baucherio, è stato premiato dalle banche. «A Varese abbiamo respinto solo il 2 % delle richieste. Segno che non spariamo più nel mucchio».
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