In biblioteca per scoprire “La Valle oscura”
In occasione del giorno del memoria apre al centro culturale Frera un’esposizione di manifesti e altro per non dimenticare lo sterminio degli ebrei
In occasione della ricorrenza del 27 gennaio, data della celebrazione della Giornata della Memoria,
La Mostra si rivolge alle Scuole presenti sul territorio che potranno prenotare delle visite e a tutti i cittadini di Tradate e non solo.
Il titolo scelto, La valle Oscura, riprende una celebre canzone composta da Elie Botbol per la colonna sonora del film “Jona che visse nella balena” di Roberto Faenza e fa riferimento al Salmo 23: “Anche se andassi nella valle oscura non temerei alcun male, perché tu sei sempre con me”.
Con il titolo La valle oscura si intende simboleggiare non soltanto il lager e il male compiuto al suo interno, ma anche la parte oscura di ognuno di noi, quella che ancora oggi mostra sintomi di razzismo e antisemitismo e che nella Germania degli anni Quaranta portò a conseguenze sconvolgenti.
E’ per questo motivo che il curatore della Mostra, Federico Colombo, ha compiuto la scelta di accompagnare ad alcune immagini delle domande dirette rivolte ai visitatori con l’obiettivo di suscitare una riflessione personale sul tema del razzismo in generale e sulle sue implicazioni.
I materiali con i quali è stata approntata
La mostra si divide in 4 sezioni.
1. Ma la storia non finì così…
La prima sezione racconta la storia degli ebrei tedeschi a partire dalla Repubblica di Weimar fino al grande pogrom del novembre 1938 conosciuto come Kristallnacht (la notte dei cristalli). Le immagini sono accompagnate da citazioni di figure centrali di quel periodo storico, ebrei e non, per approfondire la comprensione del dramma umano che si andava preparando in quegli anni.
2. Per dare testimonianza
Le foto di questa seconda area sono tratte dall’archivio dello Yad Vashem e presentano
3. Ritorno alla vita
La terza sezione è costituita da una serie di testimonianze fotografiche raccolte nel 1995 grazie alla collaborazione tra lo Yad Vashem, il Museo della Diaspora Ebraica e
Rappresenta l’esperienza dei sopravvissuti ai campi di concentramento e sterminio, dalla loro liberazione al ritorno alla vita. I limiti temporali di questa fase sono da una parte l’Olocausto e dall’altra la formazione dello Stato di Israele. Le fotografie testimoniano i primi passi di un popolo distrutto, il primo incontro con l’esercito inglese, il ritorno in Polonia, il pogrom di Kielce, l’emigrazione verso
4. La fiaba dei bambini del ghetto di Lodz.
La quarta sezione della Mostra narra una storia molto particolare, quella dei bambini del ghetto di Lodz nel periodo delle deportazioni al campo di sterminio di Chelmno.
Molti degli ebrei deportati erano bambini ed anziani, considerati inutili per la produzione dalle autorità naziste. Per poter salvare il maggior numero possibile di bambini, lo Judenrat, presieduto da Mordechai Chaim Rumkowski, obbligò le fabbriche del ghetto ad assumere giovani ebrei (sotto i 15 anni di età) in numero pari al dieci per cento della propria manodopera, e fece in modo di organizzare scuole e altri istituti che si facessero carico dell’educazione di questi giovani operai permettendo loro di studiare e, almeno per il momento, di sopravvivere alla guerra e alle deportazioni.
Le immagini esposte in questa sezione appartengono ad un album di quelli che sovente venivano prodotti all’epoca come dono per Rumkowski e gli altri ufficiali ebrei del ghetto. Di solito erano album che riportavano cifre, immagini e dati legati alla produttività nel ghetto ebraico ed erano volti a dimostrare alle autorità tedesche l’alto livello di rendimento delle fabbriche.
Apertura della Mostra:
dal 20 gennaio al 10 febbraio negli orari di apertura della Biblioteca:
lunedì dalle 12 alle 18
martedì dalle 9 alle 18
mercoledì dalle 9 alle 18
giovedì dalle 9 alle 22
venerdì dalle 9 alle 18
sabato dalle 9 alle 18
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