“Le parti devono fare un passo indietro e sedersi intorno a un tavolo”
Mauro Sabbadini, vicepresidente vicario provinciale dell'Arci e responsabile dei circoli, prova ad alzare lo sguardo sulla questione che oppone gli attuali gestori del Circolo di via Piffaretti alla Società operaia di mutuo soccorso (Soms), proprietaria dell'immobile
«Siamo di fronte a un vero cambiamento sociale. Oggi non è semplice fare aggregazione tra i ragazzi, certamente meno di ieri, perché da parte loro c’è molto più “consumo” passivo di attività culturali che creazione. E questo non rende la vita facile a chi gestisce spazi sociali, sia che parliamo del Circolo di Induno Olona sia che parliamo di Milano». Mauro Sabbadini, vicepresidente vicario provinciale dell’Arci e responsabile dei circoli, prova ad alzare lo sguardo sulla questione che oppone gli attuali gestori del Circolo familiare di Induno Olona alla Società operaia di mutuo soccorso (Soms), proprietaria dell’immobile di via Piffaretti, che tra le altre cose ospita anche la sezione cittadina dell’Arci. C’è uno sfratto esecutivo, richiesto dalla proprietà e concesso dal giudice, nei confronti del circolo cooperativo familiare che “in teoria” dovrebbe gestire il locale, ma che in realtà è gestito da altri soggetti che fanno capo al “Bar da Piera”.
«Conosco questa vicenda – dice il vicepresidente dell’Arci – perché me ne ero interessato in passato insieme ad altre associazioni. Da un lato c’era il circolo familiare cooperativo che è sparito, dall’altro la società operaia che vuole recuperare l’immobile per darlo in affitto a privati, tenendo conto della destinazione, aspetto quest’ultimo tutt’altro che semplice. In mezzo c’è il "Bar da Piera" a cui non puo’ essere addossata la responsabilità di tutto».
Il muro contro muro tra l’attuale gestione e la Soms ha fatto passare in secondo piano l’aspetto sociale di questa partita, evidenziando solo l’aspetto economico: il grosso debito accumulato (200 mila euro) e il recupero dell’immobile da parte della Società operaia di mutuo soccorso. «La questione economica sollevata dalla Soms – spiega Sabbadini – è solo una chiave per leggere quanto sta accadendo a Induno. Fino ad oggi è stata garantita la presenza di un punto di riferimento per i giovani del paese e i gestori in questo sono bravi perché lavorano anche in situazioni difficili. Il problema è capire come far diventare tutto questo una base sociale».
La Soms non ritiene l’attuale gestione, ovvero il “Bar da Piera”, un interlocutore in quanto il contratto di affitto faceva capo al vecchio circolo cooperativo familiare. Ed è per questo motivo che il presidente della società operaia considera gli attuali gestori degli “abusivi” e si rifiuta di sedere intorno a un tavolo per discutere su un’ipotesi di accordo.
Inoltre, la Soms avrebbe – secondo quanto afferma il suo presidente – altre proposte da vagliare e, dunque, aspetta solo di recuperare le chiavi per accedere ai locali. Rimane sospesa la questione dei 200 mila euro di debito. Chi se li accollerà? Chi subentrerà al posto degli attuali gestori? Sarà ben difficile. «Ricordo che già dieci anni fa – conclude Sabbadini – c’erano delle cartelle esattoriali con cifre spaventose e questo era stato il motivo dell’intervento nostro e di altre associazioni. E il problema non era ascrivibile solo all’attuale gestione. Per l’interesse di tutti, occorre che le parti facciano un passo indietro, rinuncino alle loro rigidità e si confrontino sulla sostanza dei problemi».
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