Sotto i mille euro le retribuzioni sono frazionabili

Sono ammissibili operazioni di importi anche complessivamente pari o superiori ai 1000 euro, sempre che il frazionamento in più importi “inferiori alla soglia” sia previsto da prassi commerciali, o conseguenza della libertà contrattuale (ad esempio, vendite a rate)

Alle retribuzioni è possibile applicare il principio del frazionamento sotto la soglia di tracciabilità di 1000 euro. Lo afferma la circolare n. 1/11 della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro che esamina le regole in vigore. Il decreto “Salva Italia” ha abbassato, dallo scorso 6 dicembre, la soglia dell’utilizzo del contante a 1.000 euro. Tale provvedimento riguarda anche i sistemi di pagamento delle retribuzioni. Si può continuare a pagare in contanti solo fino a  999,99 euro.
Il problema si pone, invece, quando le parti danno luogo a più trasferimenti che riguardano stessa operazione. Sono vietate le operazioni frazionate, intendendo per tale un’operazione unitaria sotto il profilo economico, di valore pari o superiore ai limiti stabiliti dalla norma, posta in essere attraverso più operazioni, singolarmente inferiori ai limiti, effettuate in momenti diversi ed in un circoscritto periodo di tempo fissato in sette giorni, fermo restando la sussistenza dell’operazione frazionata quando ricorrano elementi per ritenerla tale.
È prassi molto diffusa, soprattutto in taluni settori di attività quali edilizia, agricoltura o lavoro domestico, effettuare il pagamento di acconti settimanali in contanti di importo inferiore a 1.000 euro che complessivamente danno luogo ad una paga mensile pari o superiore a tale limite.
Spesso, si tratta di accordi verbali che si protraggono da tempo nelle aziende. Con riferimento ai rapporti di lavoro in essere la prassi adottata costituisce oramai un diritto acquisito dal lavoratore che è penetrato nel contratto individuale, con la conseguenza che non viola alcuna regola di antiriciclaggio.
Per i nuovi rapporti, è bene regolamentare nel contratto individuale i criteri di pagamento della retribuzione anche confermando la prassi esistente per la generalità dei lavoratori presenti in azienda.
Nessun problema si pone nemmeno per i casi di rimborsi spese corrisposti mensilmente in contanti agli amministratori a fronte di giustificativi consegnati, anche se complessivamente dovessero superare la soglia di 1.000 euro.
Ne consegue, dunque, l’ammissibilità di operazioni di importi anche complessivamente pari o superiori ai 1000 euro, sempre che il frazionamento in più importi “inferiori alla soglia” sia previsto da prassi commerciali, o conseguenza della libertà contrattuale (ad esempio, vendite a rate) e non, invece, artificiosamente realizzato per dissimulare il passaggio di somme ingenti in contanti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2012
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