Ai litigi tra lavoratori e datori di lavoro ci pensa la Cuca
È la Commissione unitaria certificazione-conciliazione arbitrato, costituita nellambito dei consigli provinciali dei consulenti del lavoro di Como, Lecco, Monza Brianza, Sondrio e Varese. È un progetto pilota
Nasce la C.u.c.a (Commissione unitaria certificazione-conciliazione arbitrato). Una notizia che avrebbe fatto felice Marco Biagi, il giuslavorista ucciso dalle brigate rosse il 19 marzo di dieci anni fa, autore della legge che, all’articolo 76, aveva previsto la costituzione di questi organi.
La commissione, costituita nellambito dei consigli provinciali dei consulenti del lavoro di Como, Lecco, Monza Brianza, Sondrio e Varese, certificherà i contratti di lavoro o singole clausole di essi, contratti di appalto, rinunce e transazioni. Si occuperà, inoltre, della conciliazione tra le parti che hanno fatto ricorso alla certificazione del contratto. Datore di lavoro e lavoratore non potranno, dunque, “dimenticare” che la certificazione delle loro volontà (il contratto) sia avvenuta di fronte alla commissione davanti alla quale dovranno ritornare in caso di litigio.
Non c’è dubbio che il legislatore con questa norma volesse alleggerire il carico di lavoro del giudice ordinario (il cosiddetto effetto deflattivo) ed evitare il crollo degli armadi delle cancellerie sotto il peso dei faldoni delle cause di lavoro, ma è altrettanto certo che Biagi intendesse dare giustamente una svolta culturale al Paese, incancrenito da meccanismi anacronistici, ideologici e di potere. Aspetto quest’ultimo che non riguarda solo la pesante deroga alla competenza del giudice ordinario, ma anche tutti quei soggetti, sindacato in testa, che si oppongono al cambiamento.
Genuinità e trasparenza sono le due parole chiave che stanno alla base di questa operazione. Lavoratore e datore di lavoro di fronte alla commissione, costituita da consulenti del lavoro, si assumono la responsabilità di quanto hanno sottoscritto e la commissione a sua volta avrà il compito di far emergere, sia prima che dopo (la certificazione puo anche essere fatta a posteriori la stipula del contratto), tutti gli elementi dell’accordo, soprattutto quelli più controversi, in modo che le parti ne siano ben informate.
«L’acculturamento del lavoratore – spiega Vera Lucia Stigliano, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Varese – è iniziato nel 2007 quando è stato messo di fronte alla scelta sui fondi di pensione integrativa. È importante che i lavoratori sappiano quanto vanno a sottoscrivere, perché chi è maggiormente informato ha un maggiore potere contrattuale quando cerca lavoro».
Il costo delle certificazioni, che avranno validità nei confronti di tutti i soggetti interessati, varierà tra i 300 e i 500 euro e sarà a carico delle parti, soldi che serviranno a coprire le spese di segreteria in quanto i commissari non verranno pagati per il compito svolto. «La commissione mira a tutelare la dignità di entrambe le parti – aggiunge Fabio Millefanti, segretario della commissione – . Il nostro è infatti un ruolo di terzietà. Si tratta di un esperimento pilota a livello italiano e ci aspettiamo la richiesta di moltissime certificazioni a posteriori».
La sede della commissione, la cui presidenza è stata affidata a Giulio Corno, dell’Ordine di Lecco, sarà a Varese presso il consiglio provinciale dell’ordine e inizierà a lavorare il 9 marzo prossimo.
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