“Poliziotti a 60 anni contro ladri di 20”, i sindacati in piazza
Il tema della riforma pensionistica riapre il fronte delle proteste: i Poliziotti e Vigili del Fuoco sono scesi in piazza contro le scelte del Governo di aumentare l'età di lavoro
Il tema della riforma pensionistica riapre il fronte delle proteste: i Poliziotti e Vigili del Fuoco sono scesi in piazza contro le scelte del Governo.
Al centro delle proteste c’è la retromarcia fatta sulla previdenza: “tre mesi fa il Presidente del Consiglio, nel presentare la manovra finanziaria ai Sindacati di Polizia ed agli organi di Rappresentanza militare aveva dichiarato che avrebbe tutelato la specificità del Comparto. Adesso il Governo mostra di andare in direzione opposta”.
Le Organizzazioni Sindacali SIAP-SILP/CGIL-COISP-ANFP della Polizia di Stato, OSAPP-SINAPPE-FP CGIL della Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato e USPPI, CONFSAL, SINDIR UGL dei Vigili del Fuoco, (i sindacati di polizia Siap e Coisp hanno protestato anche a Varese di fronte alla prefettura di piazza Libertà), denunciano la forte preoccupazione per una “visione solo ragionieristica” che il Governo manifesta nell’affrontare la questione previdenziale. In particolare viene contestato il fatto che la scelta sulla previdenza sociale andrebbe, invece, analizzata con attenzione e competenza soprattutto per quanto riguarda gli Operatori della sicurezza che quotidianamente affrontano armati, in situazioni complesse e rischiose, il controllo del territorio e dell’ordine pubblico, il controllo degli Istituti penitenziari ed il servizio di soccorso pubblico.
«Denunciamo – spiegano le categorie sindacali – l’assoluta mancanza di sensibilità che il Governo dimostra nei confronti degli Appartenenti al Comparto Sicurezza-Difesa e Soccorso Pubblico, nonché la mancanza di consapevolezza da parte dello stesso circa i rischi per gli Operatori di Polizia e soprattutto per i cittadini, derivanti da un ulteriore aumento dell’età media dei Poliziotti, Militari e Vigili del Fuoco. Poliziotti di 60 anni non possono continuare a correre dietro a ladri di 20. Rivendichiamo, con forza, l’avvio della previdenza complementare che gli Operatori del Comparto attendono ormai da oltre 15 anni, oggi ancor più necessaria e indifferibile stante l’introduzione del sistema contributivo per tutti i lavoratori».
“Porteremo le nostre rivendicazioni in sede di confronto con il Governo, sostenendo con forza il riconoscimento della nostra specificità, soprattutto su una materia come quella previdenziale, nella considerazione che le decisioni che verranno prese, qualora sbagliate, avranno certamente ricadute negative sulla sicurezza dei cittadini”.
«Agli operatori e alle operatrici del settore Sicurezza è già stato richiesto un enorme sacrificio
retributivo attestato dal blocco del contratto di lavoro e dal congelamento delle gratificazioni in
ordine all’anzianità e all’avanzamento della carriera.
Chiedere a questi uomini e a queste donne di rinunciare alle legittime aspettative di un’equa e
giusta pensione, sembra essere l’ennesima beffa che questo Governo tecnico vuole riservare alle
Forze di Polizia».
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