“Caro assessore, che cosa hai fatto finora?”
Curiosa iniziativa del Pdl. Il capogruppo Ciro Grassia stila un calendario di esami per sapere dai loro rappresentanti in giunta i risultati raggiunti. Cominciano Longhini e Angelini il 9 maggio, ultimo Montalbetti
Gli assessori del partito (il Pdl) si preparino a studiare e ripetano la loro tesina. Il partito ha deciso di convocarli davanti a una sorta di commissione esaminatrice e di interrogarli, uno a uno, con tanto di appuntamento nella sede del partito di Varese. E’ un’ iniziativa del capogruppo in consiglio comunale Ciro Grassia (foto), che ha deciso di interrogare i membri della giunta comunale. Interrogati, sì, come a scuola. Certo, è difficile che Grassia e gli altri consiglieri si mostrino troppo severi. Anzi, probabilmente si tratterà di un argomento a piacere. Ovvero. Come avete speso i soldi? Che cosa state facendo? Quali progetti porterete a casa? Ma non è mica detto che le cose vadano poi così lisce. In politica nessuno ama essere interrogato, anche se la commissione esaminatrice è in teoria a favore.
A mettere un po’ di pepe c’è poi la forma dell’iniziativa che ricorda proprio una sessione d’esame. C’è persino il calendario degli esami. Il 9 maggio dovranno presentarsi in via Carrobbio, sede provinciale del Pdl, gli assessori Simone Longhini, (cultura) e Enrico Angelini (famiglie, scuola e servizi sociali). Il 16 maggio saranno ascoltati il vicesindaco Carlo Baroni e l’assessore all’ambiente Stefano Clerici. Il 23 maggio tocca all’assessore al bilancio Giuseppe Montalbetti.
Ma è processo agli assessori? «Non è assolutamente un processo – mette le mani avanti Grassia – si tratta piuttosto di una verifica del lavoro fatto e di uno stimolo».
Lodevole, ma anche curioso. Perchè a ben guardare non è il coordinamento cittadino del partito a convocare i suoi assessori e nemmeno l’assemblea degli iscritti, bensì un altro organismo come il gruppo consiliare che dovrà mettere i voti (forse), e giudicare il lavoro svolto finora dai propri rappresentanti in giunta. Un’esperienza che potrebbe fare scuola . Dipende da che punto di vista la si guardi. Gli assessori sono contenti? Si sentiranno sotto pressione? «Non credo – osserva ancora Grassia – ho convocato gli assessori perché vogliamo fare un bilancio del lavoro svolto, ufficio per ufficio, mi sembra corretto». Nel frattempo, gli ultimi avranno avuto il tempo di farsi dire, dai primi, che aria tira e a quali domande avranno dovuto rispondere. Gli esami non finiscono mai.
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