Il solare termico è già conveniente

Puntata dei "Venti dell'innovazione", organizzati dalla Camera di Commercio, dedicata all'energia. «Più stabilità agli incentivi. In Italia boom del fotovoltaico»

Per una volta l’Italia delle graduatorie internazionali non è fanalino di coda, anzi. «Vi sembrerà strano – conferma Gianluca Alimonti, fisico ricercatore dell’Università degli studi di Milano– ma l’Italia in fatto di emissioni di C02 è più virtuosa di Germania e Francia. Grazie al bel tempo e alla crisi nel 2011, abbiamo già raggiunto l’obiettivo di Kyoto. Più preoccupanti invece le condizioni della Pianura Padana dove c’è un grande inquinamento da particolato».
Una parte del futuro del pianeta passa necessariamente dalla capacità di scegliere già oggi fonti di energia alternativa. L’appuntamento mensile con i Venti dell’innovazione”, questa volta dedicato all’energia, ha portato alle Ville Ponti un azzeccato mix di “teoria” e “pratica” che ha restituito ai presenti un quadro realistico del settore in Italia e in Europa.
Idroelettrico, eolico, fotovoltaico, solare, biomasse, pompe di calore, biocarburanti, la sfida dell’energia del futuro ha molte opzioni. Nel 2011 c’è stato il boom del fotovoltaico: l’Italia è stato il paese che ha installato più solare al mondo, raggiungendo l’obiettivoeuropeo del 20-20/-20. Il problema è che costa ancora molto (un chilowattora generato con le centrali a gas costa 7 centesimi di euro, contro i 23 centesimi del fotovoltaico) e questo è il motivo per il quale ci sono gli incentivi. Il solare termico, utilizzato per scaldare ambienti e acqua per uso sanitario, e l’eolico, essendo entrambi già competitivi non hanno bisogno di incentivi. 
Ma se il Bel Paese ha molto sole, lo stesso non puo’ dirsi per la ventosità, tutt’altro che favorevole. Per far girare le pale eoliche occorre infatti il vento delle perturbazioni oceaniche. Insomma, non raffiche, ma un vento costante, come quello che batte le coste irlandesi.
Per quanto riguarda i biocarburanti la Ue spinge molto su quelli di seconda generazione, meno impattanti. Ad esempio, per quelli ricavati dal mais la parte mangiabile la si lascia alla filiera alimentare, il resto della pianta lo si usa per produrre il biocarburante. «Ci vogliono più investimenti nella ricerca – ha concluso Alimonti – mentre gli incentivi devono essere più stabili, almeno di tre anni in tre anni».
In provincia di Varese sono molte le imprese che lavorano nel settore. Alcune hanno scelto di costituirsi in rete, come nel caso di Energy Cluster e Res (Rete efficienza sostenibile), per essere maggiormente competitive sui mercati. Le case history presentate a Ville Ponti (Marco Ciapparelli di Ecm srl,  Roberto Bulegato di Eas e Livio Bozzolo di Legno Varese srl) hanno confermato che la filiera dell’energia puo’ essere una valida risposta alla crisi economica. «La green economy – ha commentato Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio di Varese – oltre ad essere una chiave per ridurre i costi di gestione, puo’ generare nuove forme di business e aumentare l’occupazione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Maggio 2012
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