Recalcati: “Continuerò ad allenare”

Il coach della Cimberio parla del suo futuro ed elogia la Pallacanestro Varese: «In questo momento è una delle società più sane, in grado di programmare il futuro senza fardelli di nessun tipo. Si puo’ vincere in tanti modi, non solo mettendosi una stella sul petto»

Rok Stipcevic mentre fa il giro di campo al termine della partita contro Siena, torna indietro di qualche passo perché non ha dato il cinque a un bambino accovacciato sul bordo del parquet. 
La Cimberio ha appena perso gara 4 dei playoff di 16 punti e c’è un pubblico in delirio per la sua squadra. La pallacanestro a Varese è anche questa cosa qui. Una riconoscenza incondizionata che fa onore allo sport e alla grandezza degli avversari.
I playoff sono andati. Charlie Recalcati sapeva benissimo che i miracoli non si ripetono mai  a distanza di due giorni. L’impresa di gara 3 era difficilmente replicabile, appunto, salvo un altro miracolo. Lui  ha chiesto ai suoi uomini un atto di fede non per la vittoria, ma in nome di una maglia che ha il potere di far alzare in piedi 3 mila persone a battere le mani e a urlare di gioia per il solo fatto di essere lì.

COSA S’IMPARA DA UNA SCONFITTA – «Abbiamo sbattuto contro un muro e lo sapevamo. Io credo che da questa serie playoff, ogni singolo giocatore puo’ trovare un insegnamento: ci siamo confrontati con i migliori. Abbiamo verificato qual è la differenza tra chi gioca una volta alla settimana e chi gioca l’Eurolega e abitualmente una partita a distanza di 48 ore dall’altra. Siena ha una durezza non solo fisica, ma anche mentale. Diawara era sfinito, aveva i crampi, quindi sa cosa vuol dire. Parlo di lui perché insieme a Goss sono stati i migliori. Phil (Goss ndr) ha verificato cosa vuol dire essere marcato da uno che pesa dieci chili più di lui. Una vittoria ai playoff la volevamo tutti e noi l’abbiamo avuta, poi starà alla società fare le valutazioni su questa serie. Le grandi percentuali da due e da tre di Siena hanno fatto la differenza. Ne prendiamo atto ma tutto ciò non scalfisce la soddisfazione di aver giocato questa stagione e sono orgoglioso di aver lavorato con questo gruppo. Da domani ci riposeremo, dopo qualche giorno so già che mancherà».

DUE STAGIONI VINCENTI – «Quando sono arrivato a Varese non c’era la società, c’era solo il consorzio. Se ho accettato la sfida era per restituire ciò che Varese mi ha dato. Non mi sono dimenticato quando Bulgheroni e Chiapparo mi chiamarono dalla serie B per venire ad allenare qui. Quindi sono riconoscente perché abbiamo fatto due stagioni vincenti, i playoff non sono scontati. In questo momento Varese è una delle società più sane, in grado di programmare il futuro senza fardelli di  nessun tipo. Sono state due stagioni vincenti, perché si puo’ vincere in tanti modi, non solo mettendosi una stella sul petto».

Il FUTURO – «Domattina avevo prenotato la revisione della macchina e da stupido l’ho rinviata perché speravo di vincere e partire per Siena. Cercherò di dormire a lungo, mi alzerò tardi e dopo si ricomincia, ho la denuncia dei redditi che mi aspetta e l’Imu. Ci si rituffa nella quotidianità. Sono state spese tante parole sul mio futuro e molte le ho alimentate io in modo strumentale per far sì che la squadra venisse isolata. E’ successo dopo gara 1, dove abbiamo perso di 35, sono andato oltre le righe perché volevo che tutta la pressione fosse su di me, non sui miei giocatori, proprio per giocare, come poi in abbiamo giocato, gara 3. La mia situazione è chiara: io non sono un ragazzino e mi piace il mio lavoro, mi piace la pallacanestro, ma non al punto di rimetterci la salute. Solo allora accetterò una scrivania e smetterò di allenare. A Michele Lo Nero l’ho detto con franchezza: continuerò ad allenare perché sono in salute, dopodiché la società prenderà le sue decisioni. Io posso decidere di non restare e sul non restare vale solo la mia volontà, ma per restare occorre la volontà di entrambi. E per la Pallacanestro Varese non decido io. Da anni quando arrivo alla fine della stagione faccio la valutazione sul mio lavoro, cercando di essere molto critico. Se la società è altrettanto contenta, allora io sarò ancora più felice».

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Pubblicato il 23 Maggio 2012
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