“Lascio a Pinti i giochi con le intimidazioni”
Dura replica dell'assessore Stefano Clerici a Marco Pinti e Sergio Ghiringhelli, sulla vicenda del maxischermo negato dalla giunta comunale di Varese. "Nessuna voglia di polemica, ho tentato solo di mettere regole"
Duro botta-e-risposta all’interno della maggioranza di Varese su quello che ormai si può definire il "caso-maxischemo": Stefano Clerici, assessore del PdL, risponde con una lettera alle critiche lanciate da Marco Pinti e da Sergio Ghiringhelli, dentro alla maggioranza di centrodestra che governa la città di Varese.
Caro Direttore,
leggo con stupore le dichiarazioni dell’amico segretario della Lega Nord varesina, Marco Pinti e mi permetto di sottoporle alcune considerazioni.
Quando, pochi giorni fa, ho sollevato il problema della regolamentazione delle manifestazioni nei parchi storici di quella che è conosciuta come la "Città dei Giardini", l’ho fatto senza alcuna vena polemica nei confronti di qualche collega, ma con l’unica intenzione di "mettere ordine" in quello che, al momento, è un autentico caos: senza regole scritte, chiare e uguali per tutti, al momento chiunque può richiedere l’uso dei parchi varesini per qualsiasi tipologia di evento, con il rischio di vanificare il lavoro che quotidianamente l’attività Verde Pubblico del Comune di Varese
svolge per mantenere in ordine i giardini della città. Ogni anno spendiamo circa 700mila euro per la manutenzione ordinaria di più di 800mila metri quadri di verde pubblico: meno di un euro al
mq, una bazzecola rispetto ai ben altri budget di cui possono usufruire i colleghi al di là del confine elvetico, ma anche di molte altre città del nostro Paese.
Ciononostante garantiamo a cittadini e visitatori una manutenzione ben più che dignitosa dei nostri parchi, facendo i salti mortali con doppio avvitamento per "risparmiare il risparmiabile": un lavoro certosino, encomiabile, per il quale ringrazio lo staff del Verde Pubblico.
Per questo motivo mi sono interrogato sull’opportunità di consentire l’esposizione di mezzi militari storici (moto, auto, camion, persino pullman) all’interno di un parco prezioso e delicato come quello dei Giardini Estensi: una manifestazione di popolo così bella e partecipata merita e necessita di ben altri spazi (piazza Repubblica?).
Mi è dispiaciuto constatare che da una mia osservazione, credo, dettata dal buonsenso, il collega Ghiringhelli abbia preso spunto per polemizzare con il sottoscritto: io sono il primo sostenitore di un nuova politica dei parchi che consenta ai cittadini di vivere gli spazi verdi come accade in altri Paesi europei, ma sono altresì convinto che ogni evento debba avere la sua giusta collocazione. Così, credo che nei Giardini Estensi, che sono il nostro biglietto da visita, debbano trovare spazio manifestazioni sobrie e non invasive, rispettose della fragilità di un parco che ricalca quello della reggia viennese di Schönbrunn, mentre altri giardini meglio si prestano ad
ospitare un grande afflusso di visitatori (ad esempio il parco di Villa Mylius o il parco Mantegazza ben si sposerebbero con manifestazioni del calibro di Agrivarese: magari anche gli agricoltori apprezzerebbero, se qualcuno glielo chiedesse…).
Dispiace però constatare che a Varese ogni dichiarazione venga letta come un attacco politico: credevo che fare politica significasse confrontarsi e trovare le soluzioni più adeguate per il bene comune, ma evidentemente qualcuno pensa sia meglio calare ogni decisione dall’alto, senza possibilità di replica.
Lascio giocare l’amico Pinti con gli ultimatum, le intimidazioni e le mozioni di sfiducia, ricordandogli però che credo siano finiti i tempi in cui a Varese ci si poteva comportare da "ras del quartiere": mala tempora currunt, quindi fermiamo tutti le polemiche, lavoriamo per il
bene della città e dei nostri cittadini, e non facciamoci del male con le nostre stesse mani.
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