Pdl e Lega, il matrimonio d’interessi continua
I leader dei due partiti non hanno intenzione di rinunciare all'alleanza, nonostante la maggioranza abbia mostrato delle crepe sul bilancio
Hanno litigato ma non hanno rotto, dopo aver affrontato con polemiche un bilancio travagliato e lo spettro delle nomine nelle società comunali. Il Pdl è in fibrillazione, alimentata da una corrente interna che definisce lassista la giunta Fontana. La domanda che viene spontaneo porsi è: cadrà la giunta a causa dei dissidi tra il Pdl e la Lega? La risposta è no. I partiti sono intenzionati ad andare avanti. Non ci sono alternative in questo momento, se non il ritorno alle urne che però nessuno vuole (e che non conviene a nessuno).
Le incognite sono almeno due: la possibile caduta di Formigoni con conseguente sfilarsi della Lega in tutta la regione, e le elezioni politiche. I tempi però non li conosce nessuno. E allora, finché la barca va, lasciala andare. Lo confermano Marco Pinti e Aldo Colombo, rispettivamente segretario di sezione del carroccio e coordinatore cittadino del Pdl.
«Restiamo uniti sul programma per il governo della città» osserva Aldo Colombo, formigoniano, che qualche giorno fa si è dimesso dal suo ruolo ma che è stato costretto a rimanere a capo del Pdl cittadino da una decisione del coordinatore regionale Mantovani. «Non ho ritirato le mie dimissioni – specifica lui – ma sono state solo congelate e tuttavia non è questo il punto. Piuttosto, l’alleanza tra Pdl e Lega in questo momento non è un obbligo politico come poteva apparire in precedenza.
La situazione nazionale è cambiata, si tratta quindi di un accordo amministrativo, basato sul programma, sulle cose da fare. Non siamo obbligati a stare insieme – aggiunge Colombo – ma vogliamo continuare per attuare il programma che ci siamo dati un anno fa. Io credo che questa giunta arriverà alla sua scadenza naturale ed è per questo che stiamo lavorando». Ottimismo, dunque, ma anche dalla sponda "lumbard" si ribadisce la stessa sinfonia, segno che nessuno vuole fare passi falsi.
«Non c’è motivo per bloccare tutto adesso – osserva il leghista Marco Pinti – la maggioranza ha ancora molto da dire e si lavora per quello». C’è però da scommettere che le fibrillazioni, anche in futuro, non mancheranno ma intanto siamo arrivati alla fine del passaggio più critico: la nomina dei presidenti delle società comunali (Maurizio Marino ad Avt e Ciro Calemme ad Aspem reti) esponenti della corrente dei laici del Pdl. La decisione dovrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore. Da più parti si sono ricorse voci, negli ultimi giorni, che nella sezione leghista c’è stata opposizione sul nome di Calemme a causa dei conti in rosso nel bilancio di Aspem reti dell’anno 2009, ma il presidente uscente dovrebbe averla spuntata.
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