Nascosero per quattro anni una famiglia ebrea. Oggi “Giusti tra le nazioni”
La famiglia Diena venne ospitata dal ’41 al ’45 nell’osteria della famiglia Lomazzi. I due figli piccoli diventarono amici, tra giochi e tensioni. Si rincontreranno a ottobre per la consegna del riconoscimento
Sono diventati amici in un’osteria di Tradate. Avevano 7 e 10 anni. Pietro e Joel, cristiano il primo, ebreo il secondo. Intorno a loro la guerra, il fascismo, le ispezioni dei tedeschi. Hanno vissuto insieme per quattro anni, dal ‘41 al ’45: il padre di Pietro aveva nascosto per tutto il tempo il piccolo Joel e i suoi genitori, tra paure, tensioni, timori.
I due bambini sono cresciuti, hanno preso strade diverse, oggi hanno 75 e 78 anni, ma si incontreranno nuovamente il 23 ottobre, quando sarà consegnato a Pietro il riconoscimento “Giusto tra le nazioni”, in memoria dei suoi genitori, direttamente dall’ambasciatore di Isreale in Italia. Un riconoscimento fortemente voluto da Joel, negli anni diventato anche lui ambasciatore in Canada, che non vuole dimenticare quanto accaduto in quegli anni.
«Mio padre aveva un’osteria in viale Marconi – ricorda Pietro Lomazzi -. Si dava parecchio da fare e a volte si ospitavano anche delle persone. Non so come, ma accettò di nascondere questa famiglia con un bambino. Conobbi così Joel e diventammo subito amici. È stato il mio amico, un vero amico, non come si dice oggi dove troppo spesso di usa questa parola per i conoscenti».
Lomazzi è una persona schiva, nonostante un passato da calciatore professionista (ha militato nel Varese e nel Novara negli anni ’60). Ricorda con emozione i momenti passati con Joel e la sua famiglia: «Allora non ci potevamo rendere conto di quanto ci stava accadendo intorno – spiega -. I miei genitori lo sapevano benissimo, ma non hanno mai esitato. Li hanno ospitati senza mai chiedere niente in cambio, per quattro anni. Mio padre aveva cercato di farli fuggire in Svizzera ma non ci era
riuscito. Se poi penso che l’osteria era frequentata anche da fascisti e simpatizzanti, mi chiedo ancora come abbia fatto».
Pietro ricorda i giochi, le partite a pallone a cui partecipava Joel, ma anche le tensioni. «Non stava nascosto, uscivamo a giocare, stavamo sempre insieme. Alla fine io avevo 7 anni, lui 10 – ricorda -. Un giorno ci fu un’ispezione da parte dei tedeschi. Entrarono prepotentemente dalla porta, lo vedo ancora oggi, e vollero vedere dappertutto. In quel periodo mio padre ospitava anche una famiglia di milanesi e quando i tedeschi chiesero chi fossero Joel e i suoi genitori, mio padre li convinse che erano milanesi pure loro. Offri un bicchiere di buon vino e tutto passò. Ma la paura fu enorme per tutti. Quello che invece ricordo con più piacere è il pane giallo con aglio e olio che ci preparava la madre di Joel. Era buonissimo».
Pietro e Joel si sono rincontrati l’ultima volta nel 2009. «In questi 70 anni ci siamo visti tre o quattro volte, l’ultima tre anni fa quando fece coi suoi famigliari una sorta di pellegrinaggio per far vedere loro dove visse durante la guerra. Ci incontrammo per caso in strada ad Abbiate e ci siamo riconosciuti subito – ricorda Pietro commosso -. Poi l’anno scorso mi è arrivata la telefonata dell’ambasciata che mi diceva del riconoscimento. Pensavo fosse uno scherzo, aveva fatto tutto Joel».
Il titolo di “Giusto tra le nazioni” sarà quindi assegnato ai genitori di Pietro, Erminio e Ada Lomazzi, ed anche agli zii Davide Lomazzi e Giovanna Galparoli, e Giuseppina Lomazzi e Carlo Galbiati. La cerimonia si svolgerà al Liceo Curie, di fronte agli studenti, il prossimo 23 ottobre, alla presenza dell’ambasciatore d’Israele in Italia. Ci sarà anche Joel I. Diena per un nuovo abbraccio con il suo amico Pietro.
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