Andare al lavoro risparmiando e senza inquinare si puo’

«C’è una fortissima correlazione tra obiettivi economici e sostenibilità ambientale». Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio, sintetizza in una frase una consapevolezza che quando è condivisa a più livelli, dal pubblico al privato, si chiama cultura. L’incontro che si è tenuto alle Ville Ponti dedicato alla mobilità sostenibile ha incrociato molti di quei livelli: aziende private e pubbliche, ricercatori, scuole e insegnanti. Il tempo perso a causa del traffico costa agli italiani ben 6 miliardi di euro all’anno. Basterebbe solo questo dato tra tutti quelli esposti da Alessandro Africani ed Elena Bianco (Uniontrasporti scrl) per convincerci che una visione di sistema e intermodale è l’unica via.
Le esperienze di car pooling aziendale, cioè la condivisione dell’automobile tra più passeggeri, e di car sharing, ovvero il noleggio di un’automobile risparmiando sui costi di gestione dell’auto e contribuendo alla riduzione di traffico e inquinamento, si moltiplicano sul territorio. La Sems (servizi per la mobilità sostenibile), società del gruppo Fnm (Ferrovie Nord Milano), ha ben 24 postazioni di car sharing in Lombardia, a Varese c’è la più consistente e a giorni ne verrà inaugurerà una nuova a Travedona. «Le postazioni sono in prossimità delle stazioni – spiega Giovanni Alberio di Sems – e si integrano con il trasporto pubblico locale e tutta l’operatività la si fa con il telefonino. Stiamo già lavorando con gli enti, ma ci aspettiamo che anche le aziende comprino quote di mobilità sostenibile».
Nel frattempo alcune aziende private si sono già organizzate, come ad esempio il Gruppo Elmec informatica che ha sede a Brunello. «Favorire gli spostamenti casa lavoro – sottolinea Marco Maroni, responsabile risorse umane di Elmec – è tra i nostri obiettivi. Abbiamo creato un sito con un’applicazione per coordinare il car pooling e per incentivare al guidatore regaliamo il pasto a in mensa. Inoltre, quaranta auto del nostro parco macchine sono a metano e mettiamo a disposizione dei lavoratori anche un parco di “riciclette”, biciclette realizzate grazie al riciclo di lattine».
Alla scuola spetta divulgare e ideare buone pratiche. L’Isis Facchinetti di Castellanza è diventata celebre per aver studiato una nuova applicazione per una tecnologia già esistente: ricavare il 60% del fabbisogno energetico di un autobus sfruttando l’energia cinetica generata dal peso dei passeggeri che salgono e si muovono sul mezzo pubblico. «Ciò che ha mosso i ragazzi – racconta Ornella Pili, docente dell’Isis Facchinetti – è stato il prezzo del biglietto dell’autobus in costante aumento». L’applicazione del dispositivo consentirebbe infatti un risparmio sul consumo di carburante del 22 % e di conseguenza un ulteriore abbattimento di emissione di anidride carbonica e  particolato.
Il decreto Ronchi aveva previsto la figura del mobility manager ma non l’obbligo di istituirlo, una figura complessa che deve avere molte competenze e quindi non semplice da trovare. «Bisogna rilanciare questa figura che non tutte le aziende hanno nominato – conclude Mirella Grimoldi, ufficio studi Automobile Club Milano -. Stiamo facendo una mappatura e pensiamo mettere intorno a un tavolo enti pubblici, privati, operatori del trasporto pubblico».