Imu troppo cara, penalizzata l’edilizia popolare

L'appello dei presidenti di Aler e Nuova urbanistica al Governo e ai comuni. «L'aliquota sostenibile è quella dello 0,2 per cento»

«Il nostro è un appello al Governo e al legislatore affinché con una modifica alla legge che ha istituito l’Imu (imposta municipale propria ndr), imponga ai comuni l’applicazione di un’aliquota di favore agli alloggi di Iacp e cooperative edilizie pari ad un’aliquota che preveda lo stesso esborso che avveniva prima con l’Ici (imposta comunale sugli immobili)». Paolo Galli, presidente dell’Aler (Azienda lombarda edilizia popolare ndr), e Alfredo De Bellis, presidente della cooperativa di abitanti Nuova Urbanistica, sono preoccupati. Bilanci alla mano, il rischio economico che corrono è molto alto: «Bene che vada – continuano i due dirigenti – l’importo da pagare sarà più del doppio rispetto all’Ici. Se andrà male sara quattro volte. L’aliquota che invece renderebbe possibile il risultato auspicato è quella dello 0,2 per cento».
Negli anni passati infatti l’Aler pagava circa 500mila euro di Ici. Oggi le stime per l’Imu arrivano a 1.500.000 euro se non di più, il triplo di quanto versavamo fino a pochi anni fa. Il grande paradosso in questa situazione è che lo Stato con una mano dà i soldi per fare i bandi e la manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare esistente e con l’altra li toglie imponendo un’aliquota imu non sostenibile. Non stanno meglio le cooperative di abitanti, come la Nuova Urbanistica, che devono concorrere al pagamento dell’Imu al 50 % con, appunto, gli abitanti. Per la società di piazza De Salvo l’esborso potrebbe essere di circa 300 mila euro.
Quindi  a fronte di una domanda in aumento di edilizia residenziale pubblica, diminuiscono gli strumenti per realizzarla. «Avendo lasciato in capo alle singole amministrazioni – continua De Bellis – la determinazione dell’aliquota, si realizza una profonda discriminazione tra comune e comune. E siccome parliamo di un bisogno primario questo rischia di innescare un meccanismo molto negativo, tenuto conto che la domanda di edilizia popolare è in aumento».
Il presidente della Nuova Urbanistica si è attivato per tempo spedendo una lettera a tutte le amministrazioni locali per far capire quanto sia delicata la questione. Ma i comuni che dovranno per forza di cose fare cassa, tenderanno a “ignorare” la funzione sociale dell’Aler e delle cooperative abitative, che a loro volta però non potranno ignorare la domanda di bisogno abitativo se non altro perché le persone continuano a iscriversi nelle liste di attesa. «A Varese – conclude Galli – il patrimonio è di 1753 alloggi e abbiamo una lista di 600 richieste. In un anno riusciamo a consegnarne un centinaio. E ad ogni bando di gara le richieste aumentano».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2012
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