I fratelli Castiglioni “tradatesi all’equatore”
Due medici e un ingegnere hanno trascorso tre settimane in un ospedale del Congo come volontari: Hanno raccontato la loro esperienza in villa Truffini di fronte a centinaia di persone
Una villa Truffini piena di persone ha accolto i “Tre tradatesi all’equatore”. Era questo il titolo della serata di cui sono stati protagonisti i tre fratelli Giorgio, Gabriele e Maurizio Castiglioni, i primi due medici, il terzo ingegnere. I tre hanno raccontato la loro esperienza vissuta solo qualche settimana prima in Congo, come volontari nell’ospedale di Tshimbulu (Kasai occidentale). L’ospedale è una realizzazione del COE (Centro Orientamento Educativo di Barzio – Lc) che ha tra i suoi animatori Monsignor Antonio Barone, prevosto di Tradate negli anni ’80, che era presente alla serata.
Al folto pubblico sono state mostrate numerose fotografie che testimoniano l’efficienza dell’ospedale «e la difficile e dura vita quotidiana di una cittadina congolese – spiegano i fratelli medici -. Durante la nostra permanenza, oltre a supportare l’operato del personale sanitario locale, abbiamo tenuto un corso sull’utilizzo del nuovo ecografo in dotazione all’ospedale rivolto a tutti i medici del distretto e che ha aperto nuovi orizzonti diagnostici. Ora l’ospedale necessita di un’ambulanza che faciliti il trasporto dei malati dai vari villaggi nel Distretto di Tshimbulu». Il fratello ingegnere ha invece messo le basi per nuovi progetti di ampliamento.
I tre fratelli hanno poi raccontato che, sulla via del ritorno, hanno conosciuto a Kinshasa due altre importanti realizzazioni del COE: il Foyer universitario St. Paul che ospita 40 studenti provenienti da tutto il Paese e la Benedicta, una casa che accoglie 20 bambini di strada.
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