
«Senza i lavoratori dalla crisi non si esce»
Così il segretario della Uil Guglielmo Loy dal palco della manifestazione dei sindacati, parla anche di Husqvarna e Malpensa e si appella al nuovo governo: "Rifinanziare ammortizzatori sociali subito e andare in Europa a ricontrattare"
«Senza i lavoratori questo Paese non potrà mai risollevarsi dalla crisi economica, se la politica non capisce questo allora sarà declino non solo economico ma anche sociale e culturale». Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, non manca di mandare un messaggio chiaro al nuovo governo appena insediatosi dal palco del Primo Maggio di Varese. Il capo della Uil ha scelto la Varese delle aziende in crisi e dei lavoratori in cassa integrazione per lanciare il messaggio dei sindacati ad una politica troppe volta sorda o, quando va bene, impotente di fronte alla situazione economica dei tantissimi lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro o lo stanno perdendo, vivacchiando come si può con i soldi degli ammortizzatori sociali: «Quello che sta accadendo all’Husqvarna è un’operazione che in un altro Paese non sarebbe consentita – ha detto subito Loy – questo è un segnale di debolezza della nostra politica».
Loy avvisa il governo e lo spinge ad andare in Europa a difendere Malpensa e i suoi lavoratori che stanno rischiando di perdere il posto di lavoro: «Non è possibile andare a Bruxelles ed essere considerati una nazione di serie B – ha detto Loy – tenere i conti a posto, aumentare le tasse, bloccare la crescita non sono le soluzioni ai nostri problemi. Ora che un governo c’è dobbiamo farci sentire».

Prima di Loy avevano parlato proprio i rappresentanti dei lavoratori di Husqvarna e Sea Handling le due grandi ferite occupazionali aperte, in questo momento, sul territorio e sanguinanti soprattutto perchè c’è il rischio che centinaia di famiglie perdano il reddito necessario ad avere un’esistenza dignitosa. Proprio per i lavoratori dipendenti Loy sprona la politica a mettersi al lavoro: «Subito il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, la cassa in deroga e misure di detassazione del lavoro – ha detto – non ci faremo coinvolgere dal balletto sull’Imu, noi diciamo che è l’Irpef la tassa da diminuire, partendo da un serio taglio dei costi della politica alla maniera di Tremonti, lineare del 30% per un valore stimato di 6 miliardi che vadano ad abbattere, ad esempio, l’aliquota comunale sull’Irpef».
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