“Tre leggi”: la raccolta firme è al Tribunale

Continua la raccolta firme di iniziativa popolare per le “TRE LEGGI per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe ”. Il 9 maggio davanti al Tribunale di Varese

Continua la raccolta firme per la “Tre leggi”. Dopo l’iniziativa al Circolo Il Farina di Cassano Valuvia, la raccolta firme di iniziativa popolare per le “TRE LEGGI per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe ” proseguirà il 9 maggio 2013 davanti il Tribunale di Varese, dalle 9 alle 15 con la Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione. Le firme raccolte saranno inviate a Roma entro il mese di giugno 2013 (Per firmare occorre un documento d’identità). Per maggiori info: www.ilfarina.it.

COS’E’ LA “TRE LEGGI”?
www.treleggi.it

E’ una raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare da presentare alle Camere ai sensi dell’art. 71 della Costituzione Italiana. Servono 50.000 firme di elettori italiani. Le tre leggi sono: introduzione del reato di tortura nel codice penale, per la legalitaà e il rispetto della costituzione nelle carceri, modifica alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto penale.

Organizzazioni promotrici: A Buon diritto, Acat Italia, Adu, A Roma, insieme-Leda Colombini,Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Fp-Cgil, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanza attiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.

Le norme di queste proposta di legge sono il frutto del lavoro condiviso di molte organizzazioni. L’intenzione è quella di ripristinare la legalità internazionale e costituzionale, di contrastare in modo sistemico il sovraffollamento agendo su quelle leggi che producono carcerazione senza produrre sicurezza, di cambiare paradigma in materia di droghe. Sono tre proposte distinte.
La prima proposta di legge vuole sopperire a una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nellaConvenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.
La seconda delle proposte di legge vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario. Le norme elaborate vogliono rompere l’anomalia italiana ripristinando la legalità nelle carceri come anche il Csm ha chiesto. Esse in primo luogo tendono a rafforzare il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, pur previsto nel nostro ordinamento, con la previsione dell’eccezionalità della detenzione cautelare in carcere per privilegiare altre forme di misure coercitive. La modifica normativa si rende indispensabile per porre fine al ricorso sistematico al carcere nella fase cautelare come una forma di pena anticipata prima del processo. Viene abrogato l’odioso reato di clandestinità. Si interviene drasticamente inoltre sulla legge Cirielli in materia di recidiva ripristinando la possibilità di accesso ai benefici penitenziari e azzerando tutti gli aumenti di pena. Inoltre si prevede che nessuno debba entrare in carcere se non c’è posto e che a tutti va assicurato il diritto a far valere i propri diritti. Si chiede al governo di mettere mano al sistema delle sanzioni diversificandolo, di introdurre il meccanismo della messa alla prova, di intervenire sulle misure di sicurezza custodiali, dall’opg a scendere.

Infine la terza proposta di legge vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di
sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2013
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