Marito accusato di aver contagiato la moglie con l’aids

La vicenda é finita davanti al giudice. La donna ha scoperto tutto da una cartella sanitaria trovata per caso. Il coniuge sapeva di essere malato, ma non l'aveva detto

Un uomo di 42 anni, residente nei dintorni di Varese, è accusato di lesioni gravissime nei confronti della moglie di 40 anni. La donna ha contratto il virus dell’aids, probabilmente dal marito, nel 2007, quando i due si conobbero e iniziarono una relazione sentimentale culminata con il matrimonio nel 2008. Secondo quanto emerso dalle indagini, condotte dal pm Sabrina Ditaranto, il marito non informò mai la donna di avere la malattia, tanto che lei ne venne a conoscenza solamente in maniera casuale, e cioè rovistando tra le carte di casa loro, mentre, dopo una convivenza non felice, stava per separarsi. 
La vicenda scoppiò in tutta la sua gravità proprio nel febbraio del 2007, quanto la donna, di nazionalità marocchina, si recò presso l’ospedale di Varese per un controllo medico, poiché da qualche settimana accusava dei malesseri: febbre e una sorta di mononucleosi. In quell’occasione, a seguito di esami approfonditi, le fu diagnostica la malattia. Informò il coniuge di quello che le era accaduto, e gli chiese se avesse mai contratto l’hiv. L’uomo in quel caso negò di esserne a conoscenza. Di più: si stupì della circostanza e accettò di sottoporsi a una serie di analisi che documentarono, senza ombra di dubbio, il fatto che anch’egli avesse la malattia. (nella foto, il logo della giornata mondiale contro l’Aids di qualche anno fa)
Nel 2011, al termine di un matrimonio oramai deragliato, la moglie stava per intraprendere le pratiche per la separazione, quando trovò una cartella clinica rilasciata dall’ospedale di Varese, nella quale il reparto infettivi e di malattie tropicali del nosocomio varesino certificava che, oltre a una serie di altre problematiche sanitarie, il consorte aveva una forma cronica di hiv. Dunque, almeno due anni prima che il consolato marocchino concedesse il nulla osta al matrimonio, e tre anni prima del matrimonio vero e proprio, un referto sanitario informava l’indagato della sua patologia. Sulla scorta di questa prova, è partita la denuncia per lesioni gravissime. Il danno biologico a questo punto è irreversibile, e la donna, difesa dall’avvocato Jacopo Arturi, chiederà anche un risarcimento ancora da quantificare. L’indagato ha un avvocato d’ufficio e diversi precedenti di polizia; tra l’altro la moglie lo aveva anche denunciato per maltrattamenti. Oggi, davanti al gup Stefano Sala, si è celebrata l’udienza preliminare. La procura chiederà il rinvio a giudizio, ma l’udienza è stata aggiornata per un problema tecnico di notifica. Un processo simile, nel 2009, si concluse con una dura condanna a Busto Arsizio. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2013
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