Rissa di via Casula, c’è un fermo per tentato omicidio
I fatti riguardano l'investimento di due persone fuori da un locale pubblico in zona stazioni quando un’Alfa lasciò a terra due uomini feriti gravemente. L’investitore reo confesso si consegna alla polizia che gli contesta anche i reati di rissa e lesioni personali: è ai Miogni
Una rissa che poteva trasformarsi in qualcosa di molto peggio, con tanto di persone investite e finite all’ospedale con prognosi di 30 e 40 giorni. Per questo, cioè per il reato di tentato omicidio, c’è un fermo avvenuto una settimana fa ai danni di un cittadino albanese che si è costituito alla polizia perché braccato dagli investicatori e senza alcuna possibilità di nascondersi altrimenti.
I fatti che hanno scatenato la furia di Aleksander Colaj risiedono in una rissa nata alle 4 di mattina in via Casula a Varese, zona stazione.
Secondo la ricostruzione degli agenti il Colaj, in compagnia del cugino, affrontò altri due connazionali “all’esterno del locale Kings Cross” – recita la nota della polizia. Si tratta di D.A. ed il cugino Q.N. Dopo le prime schermaglie fuori dal locale pubblico, ecco la continuazione della rissa verso le stazioni dove avvenne il fatto più grave: il Colaj investì due persone: C.L., altro cittadino albanese, oltre, probabilmente per sbaglio, anche il cugino che non si capacitava di come il parente avesse potuto travolgerlo con l’auto, parcheggiata col lunotto sfondato a poca distanza. Dell’investitore nessuna traccia, ma gli agenti ci hanno impiegato un attimo a risalire al Colaj quale reale utilizzatore dell’auto usata per l’investimento, che di fatto è intestata ad un prestanome risultato proprietario di decine d’auto.
Secondo gli elementi raccolti, l’investitore avrebbe volontariamente eseguito le manovre per l’investimento evidentemente con la volontà di colpire il Q. N. a lui contrapposto ed accidentalmente colpendo il cugino che in quel momento si trovava lì vicino
Ai due cittadini Albanesi Q.N. e C. L. sono state riscontrate rispettivamente lesioni guaribili in 40 e 30 giorni
Lo scorso 27 luglio Colaj si è presentato volontariamente presso la Questura di Varese, accompagnato dal suo legale di fiducia, in quanto non più in grado di trovare sistemazioni in città e provincia e di fatto braccato dagli investigatori che avevano ormai trovato le sue tracce e lo avevano cercato presso tutti i conoscenti ed amici ove si supponeva potesse essersi nascosto ed aver ritrovato temporaneo rifugio.
Negli uffici della squadra mobile l’uomo ha rilasciato spontanee dichiarazioni che davano conferma alle risultanze investigative così da permettere il fermo con l’avallo del P.M. di turno sostituto procuratore Agostino Abate e l’applicazione a carico dello stesso, da parte del G.I.P., della custodia cautelare in carcere.
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