Maroni in procura per l’Arcisate Stabio
Il presidente della Regione Lombardia ha incontrato il pm Agostino Abate, che sta indagando sullo smaltimento delle terre da scavo. Si cerca una soluzione per il cantiere, che non incappi in reati ambientali
Il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni si è recato oggi in procura a Varese, per discutere delle problematiche giudiziarie legate allo smaltimento dell’arsenico sulla ferrovia Arcisate Stabio.
Il Presidente Maroni era accompagnato dal sindaco di Varese, Attilio Fontana (nella foto), e ha discusso per più di un’ora con il pm Agostino Abate, titolare di un fascicolo di indagine su presunti abusi negli smaltimenti delle terre da scavo, ad Arcisate e Gaggiolo, e cioè nelle zona calde del cantiere, dove la Ics Grandi opere ha già realizzato il 45% della tratta, ma dove contemporaneamente, nei mesi corsi, erano stati segnalati lavaggi di betoniere non conformi alla legge e possibili problemi alle falde acquifere. Al termine dell’incontro Roberto Maroni ha confermato che la natura del colloquio era informativa:
LE DICHIARAZIONI
«Il cantiere della ferrovia – ha spiegato il presidente – si è bloccato per un contrasto sorto tra Rfi e la ditta appaltante Ics. La Regione ha messo tutti i soggetti intorno a un tavolo, ma adesso stiamo facendo una serie di verifiche per capire quali siano tutte le variabili, e poi cercare di trovare una soluzione». Il presidente Maroni è apparso fiducioso, ma soprattutto ha ribadito che ha preso personalmente in carico il problema: «Ogni decisione e ogni soluzione prospettata sarà presa direttamente dal Presidente – ha affermato – quanto alle altre ipotesi ventilate oggi dai giornali non commento. Dico solo che anche questo incontro in procura era necessario per capire tutti i termini del problema e conoscere a fondo ogni aspetto. Nei prossimi giorni deciderò la soluzione più opportuna». Nei giorni scorsi l’assessore alle infrastrutture Maurizio Del Tenno aveva proposto di trasformare il deposito temporaneo delle terre scavate da provvisorio a definitivo, ma non è detto che Maroni condivida questa scelta.
(Aggiornamento ore 18 e 40)
Nel pomeriggio il presidente ha poi aggiunto altri commenti a Milano.
VOLONTÀ DI PROSEGUIRE – «Ieri – ha rivelato il presidente Maroni – ho incontrato separatamente i vertici di Rfi e l’impresa Salini, per capire se questo contenzioso, anche giudiziario, tra le due società, l’appaltatore e l’appaltante, impedisca di pensare a una soluzione che possa far proseguire i lavori. Perché se io vado in causa con chi mi ha dato l’appalto o viceversa significa che esprimo una volontà di interrompere la collaborazione e ieri invece ho avuto la conferma da parte di entrambi che è loro interesse proseguire i lavori, seppur a certe condizioni anche impegnative».
causa ed effettivamente si tratta di una situazione complicata, che si trascina da anni e col tempo si è incancrenita. Difficile sarà dunque trovare una soluzione, ma io sono ottimista e spero di riuscire in tempi rapidi a formulare una proposta da sottoporre alle parti. Poi vedremo cosa risponderanno. Se diranno di sì, i lavori potranno ripartire rapidamente, altrimenti è evidente che ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità».
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