Il Consorzio del fiume: “Ponte pericoloso ma non è chiaro chi deve intervenire”
Il presidente Fulvio Miscione ha scritto al cittadino che ha fatto la segnalazione e ha effettuato un sopralluogo: "Probelma di sicurezza reale ma non vi sono convenzioni con i comuni per la manutenzione"
Il problema di sicurezza sollevato dal cittadino fagnanese Ivano Ghezzi, in merito al ponte sull’Olona tra Fagnano e Gorla Maggiore, è arrivato sulla scrivania del presidente del Consorzio fiume Olona Fulvio Miscione che, in una lettera, specifica di aver visionato la documetazione fotografica relativa allo stato di salute del manufatto: «La documentazione testimonia in maniera oggettiva lo stato di degrado della struttura dovuta anche all’assenza di manutenzione. – Spiega e prosegue – Ho ricercato, nei giorni scorsi e attraverso la documetazione presente in Consorzio, tracce utili a stabilire la competenza di tali interventi e dagli approfondimenti effettuati è emersa l’assenza di convenzioni tra le amministrazioni comunali interessate e il Consorzio, utili ad assegnare a quest’ultimo la gestione di tali problematiche».
Miscione passa la palla alle amministrazioni comunali interessate le quali potrebbero essere più precise al riguardo: «Per quanto mi riguarda e comunque solo per semplice deduzione, sono propenso a credere che, se convenzione dovesse esistere, questa potrebbe essere stata a suo tempo sottoscritta tra gli enti locali interessati e la società che gestisce il depuratore (oggi Prealpi SpA)». La deduzione è formulata in base al fatto che il ponte ligneo di cui si parla fu, a suo tempo, costruito nelle vicinanze del collettore fognario. Miscione ha anche effettuato un sopralluogo lo scorso sabato 5 ottobre con i tecnici al fine di meglio comprendere la questione in tutte le sue sfaccettature. Miscione ben comprende come sia importante che questo tipo di problematiche vengano tenute in maggiore considerazione magari passando la competenza dai comuni allo stesso consorzio per la gestione di strutture, dando il proprio contributo anche sottoscrivendo convenzioni manutentive con i comuni per questo e altri manufatti a rischio.
Intanto, come primo passo, si potrebbe perlomeno vietare l’accesso per motivi di sicurezza, se non si vuole fare la fine di uno dei lego che Ghezzi ha utilizzato per realizzare una galleria fotografica che denuncia i pericoli che si possono correre ad attraversarlo.
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