Media Civici

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I cittadini si organizzano per difendere l’ambiente, anche grazie al web. Al festival  Glocal13 si parla anche di Media Civici, in un incontro con Luca De Biase (Fondazione Ahref), Rosy Battaglia (Cittadini Reattivi), Marco Fratoddi (La Nuova Ecologia e giornalismoambientale.it ), Orlando Mastrillo (VareseNews) È attraverso il giornalismo partecipativo e la mobilitazione dei cittadini che si può costruire una consapevolezza dei problemi ambientali: un modo per  «disancorare la realtà dei fatti dalla notiziabilità, dell’emergenza», dice Marco Fratoddi, che contrappone lo sforzo per «orientare invece al futuro e all’approfondimento» il dibattito. Meno narrazione delle emergenze, più analisi e socializzazione dei problemi ambientali: «Molto spesso le comunità non sanno di vivere in un sito contaminato», spiega Rosy Battaglia, curatrice di Cittadini Reattivi, il progetto finanziato anche da Fondazione Ahref che da un lato monitora i siti inquinati da bonificare (cercando e condividendo i dati), dall’altro raccoglie le storie delle comunità in lotta e dei progetti di "bonifica dal basso". «La mappatura di Cittadini Reattivi ha visto la partecipazione non solo dalle aree più note, ma anche da Brindisi, La Spezia, anche dall’un’area meno industrializzata come l’Umbria». Tra i casi interessanti proposti, quello del fiume Olona, uno dei principali corsi d’acqua della Lombardia, secondo fiume in provincia di Varese dopo il Ticino: Orlando Mastrillo (anche moderatore del dibattito) ha raccontato il lavoro congiunto promosso da comitati e singoli cittadini per richiamare l’attenzione su un fiume segnato per due secoli dall’industrializzazione, ma che oggi vive una nuova "fase acuta": VareseNews ha rilanciato in tempo reale le segnalazioni delle «sentinelle» sulle "schiume" che compaiono nell’acqua dell’Olona. Un lavoro di socializzazione promosso dalle voci ecologisti e rivolto ad un pubblico universale come quello di un giornale: un passaggio fondamentale, per uscire dalle «bolle di persone simili tra loro» (un rischio legato ai social) e ottenere una vera attenzione ai temi ambientali. «Gli ecologisti negli anni Sessanta erano dei freak, pioneristi ma ultraminoritari» ha ricordaro Luca De Biase. «La sensibilità oggi è molto più diffusa: l’ecologia oggi sa di poter aver una consapevolezza e ha consapevolezza dell’insieme su cui agire».

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Pubblicato il 16 Novembre 2013
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