
Immigrazione animale, corriamo ai ripari
Dai controlli al microzoo della Schiranna fino al cervo morto a Schianno: l'obiettivo di Pier Fausto Vedani stavolta centra il mondo animale, molto spesso protagonista della cronaca nostrana
Aperto da tempo al pubblico e da parte delle autorità oggetto di più controlli che ne hanno ribadito la piena liceità, il microzoo della Schiranna è stato assediato dagli animalisti che ne volevano la chiusura. L’episodio ha richiamato in generale anche l’attenzione sul rapporto tra l’uomo e il mondo animale, sull’evoluzione di scelte e atteggiamenti nostri verso altre specie viventi.

Secoli di storia ci ricordano che per gli animali l’uomo è il più pericoloso e feroce predatore. Per esempio ci fanno tenerezza agnellini, vitellini, pulcini, ma poi, considerandoli fondamentali per la nostra sopravvivenza, li apprezziamo molto di più se manipolati secondo le ricette della nonna o le acrobazie dei masterchef televisivi.
Non ho condiviso l’assedio al microzoo perché violava miti regole di leggi nazionali espressione di una vastissima sensibilità, ma da sempre faccio il tifo per coloro che si battono per salvare balene, gorilla, leoni, tigri, elefanti, rinoceronti e animali in via d’estinzione, tutti uccisi per motivi abietti, il migliore dei quali è lo sport della caccia grossa.
A indurmi a parlare del mondo animale è però anche un’altra notizia, recentissima, che riguarda sempre casa nostra: il grande cervo investito e ucciso mentre attraversava la strada a Schianno. Un animale bellissimo, imponente: pesava due quintali. Come caprioli, cinghiali e anche alcuni rapaci, il cervo probabilmente aveva lasciato le montagne del confine italo svizzero per andare in cerca di cibo; evidentemente ne aveva trovato da noi, gran brutta zona, dove si respira male e mostri a due o quattro ruote richiedono pure sacrifici di vite umane.
Il cervo con la sua mole ha fracassato l’automezzo che lo ha investito, ma che sarebbe successo a una utilitaria con a bordo gente che andava al lavoro? Se è vero che lo avevano già visto nei giorni precedenti allora agli avvistamenti di animali forse sarebbe opportuno far seguire segnalazioni attraverso i mass media, come giorni fa è avvenuto per un numeroso clan di piccoli cinghiali colto al volo da un bravissimo fotografo mentre attraversava la strada.
Ci si deve informare e organizzare davanti a questo nuovo tipo di immigrazione: nell’interesse dei cittadini e degli animali stessi. Pensate poi a che cosa potrebbe capitarci se funzionasse il passaparola tra gli orsi se, in precipitosa fuga da luoghi svizzeri, venissero tutti da noi dopo che uno di loro, essendosi avvicinato a un abitato, è stato giustiziato dai rossocrociati perché ritenuto un terrorista.
C’è da dire che le autorità varesine sino a oggi hanno usato anche buon senso a fronte del fenomeno dell’inurbamento animale, altrove non è così: in varie zone del Paese i caprioli sono legioni, un vero pericolo per la circolazione sulle strade, spesso teatro di numerosi investimenti.Succede allora che amministrazioni locali nel tentativo di non risarcire gli automobilisti espongano cartelli che segnalano la presenza degli animali.
Insomma i rossocrociati spendono almeno i franchi per le pallottole della fucilazione di orsi sfacciati, da noi invece ci si ferma all’una tantum dei cartelli stradali. E i cittadini finiscono come i cervi e i caprioli: cornuti e mazziati.
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