“Raccolta fondi per gli agenti indagati nel processo Uva”
Il Coisp annuncia che sta avviando una sottoscrizione per aiutare i colleghi a sostenere le spese legali
Lo abbiamo più volte ribadito: la fiducia nella magistratura è sempre profonda e non può essere scalfita da un episodio come quello accaduto a Varese – così esordisce Luigi Fonzo, Segretario Generale Provinciale del Co.I.S.P. Varese.
Non vogliamo commentare le dinamiche interne alla Procura della Repubblica Varesina, il nostro pensiero è totalmente rivolto ai 6 colleghi della Questura che da sei anni vivono un incubo dal quale è impossibile svegliarsi.
Il loro profilo delineato nella sentenza di rinvio a giudizio appare a noi, che ci abbiamo lavorato fianco a fianco, inverosimile.
La loro rettitudine, correttezza, umanità, professionalità, sono per noi delle certezze che nulla può confutare. Certe qualità e prerogative non possono svanire.
Conoscendo però l’obiettività e il senso del dovere e di equilibrio che ha sempre contraddistinto i Giudici della Procura di Varese, vogliamo credere che questo rinvio a giudizio coatto sia una forma di tutela per gli stessi imputati.
Questo tornado mediatico che si è creato ha comunque condizionato tutta la vicenda, ma soprattutto ha generato dei risvolti negativi e pericolosi. Ora non manca occasione per accusare le Forze dell’Ordine di abusi, violenze; si sono creati gruppi e comitati di difesa dalle Forze dell’Ordine, come se quotidianamente vestissimo la divisa per malmenare i cittadini e non per difenderli.
Nessuno ha mai pensato che ogni intervento che si compie è scandito da tecniche insegnate nelle scuole di Polizia e nei momenti, seppur rari, di addestramento professionale?
Nessuno pensa che è stato fatto un giuramento di fedeltà ai doveri ed alle leggi dello Stato Italiano?
Prima del 2008 e dopo tale anno, questi stessi colleghi che ora si trovano indagati, hanno mai avuto comportamenti contrari ai doveri e all’autorità che rivestono?
Sono stati protagonisti di episodi di violenza o di abusi accertati o ipotizzati? No!
Hanno sempre tenuto una condotta esemplare, per questi motivi noi dubitiamo fortemente che quella notte del 2008 abbiano perso la ragione e siamo certissimi che questo verrà confermato nelle prossime fasi processuali.
E’ arrivato il momento di calmare i toni, dovremmo dir basta a queste istrioniche forme di richiesta di verità e giustizia, tutto deve avere un limite che nessuno dovrebbe passare. Come già più volte ribadito, si rischia – e nessuno dovrebbe volerlo o consentirlo – di minare un’istituzione, dai suoi vertici fino alla base.
Un esempio è dato dai fatti accaduti qualche giorno fa a Padova, dove un legale ha già preannunciato denunce contro i colleghi del Reparto Mobile che si sarebbero resi rei di arresto illegale “come è successo per il caso Uva”.
Noi esprimiamo la nostra più totale solidarietà ai colleghi che consideriamo innocenti sino a prova contraria.
Solidarietà che non sarà solo meramente morale o spirituale, ma che si concretizzerà in una campagna di raccolta fondi finalizzata ad aiutarli ad affrontare le spese legali che dovranno sostenere.
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