Varese, Luigi Zanzi e il laboratorio politico europeo

La cultura varesina deve molto a due persone per i loro studi su europeismo e cattolicesimo. Luigi Zanzi ha appena pubblicato un libro importante dal titolo “Il federalismo e la critica della ragion politica”, Livio Ghiringhelli ha ricevuto la “Paul Harris Fellow” la più importante onorificenza rotariana

La pubblicazione di un libro e l’attribuzione di una onorificenza sono le recentissime news che arrivano dal piccolo mondo della cultura e degli studi di casa nostra. Sono notizie ben separate come contenuto e obiettivo, ma tutte e due permettono di rilevare quella che potrebbe essere una singolare lacuna di un ambiente culturale nel quale ha tradizione e preminenza l’attenzione allo studio della storia.
Luigi Zanzi, docente universitario, ha testimoniato il suo eccezionale spessore di europeista con “Il federalismo e la critica della ragion politica”, opera che ha pure una raffinata veste editoriale grazie a Piero Lacaita.
Al professor Livio Ghiringhelli, una vita per i suoi liceali, è stata attribuita la “Paul Harris Fellow”, ambitissima onorificenza rotariana destinata a chi ha servito al meglio la comunità. E Ghiringhelli lo ha fatto come docente, educatore e storico del cattolicesimo.
Zanzi dedica un capitolo della sua testimonianza allo sviluppo, siamo negli Anni Cinquanta, in ambito varesino dell’europeismo: una vicenda vissuta in prima persona e ai più alti livelli anche grazie al suo rapporto con padri nobili dell’Europa unita come Altiero Spinelli e Mario Albertini.

Zanzi e Ghiringhelli con gli studi su cattolicesimo
ed europeismo hanno ampliato e consolidato conoscenze importanti che, qui da noi, con grande evidenza si collocano nell’ampio panorama di approfondimenti e analisi di numerose altre vicende di un passato lontano e recente dovuti a numerosi e validi loro colleghi.
Anche le opere dei due docenti evidenziano la lacuna a cui accennavo prima: infatti oggi non si è ancora arrivati a una esauriente sintesi della recente storia politica di Varese. Solo studi di settore, se possiamo chiamarli così e più vicini alla storia economica, industriale, delle terre o delle acque. Lo spazio, è vero,
alle epopee risorgimentali non è mai mancato, ma dalla fine della seconda guerra mondiale in poi ha avuto doverosa preminenza solo la ricostruzione della lotta di liberazione dal nazifascismo, per il resto non si è andati oltre la cronaca di eventi dei quali non si era valutata l’esatta portata.
Varese, la bella addormentata, è stata infatti un laboratorio politico di rilevanza nazionale: a Palazzo Estense è nata la prima giunta comunale che poteva contare sulla attenzione esterna del partito comunista; il new deal di De Mita vide la Dc varesina in prima fila; i ciellini si radicarono, fortemente e in proporzione più che a Milano, all’ombra del Sacro Monte; Fassa il gentile, tutto cultura e fascino, fu il primo sindaco del Carroccio e di una capitale leghista che non fu ladrona, ma dal potere forte come il 91 al lotto. Negli ultimi anni lo si è visto anche nel trattamento ricevuto dalla Regione per un razionale sviluppo del polo ospedaliero.
Ci sarebbe già molto materiale per iniziare un cammino che può dare a Varese una storia interessante. Nell’attesa rimediamo con quanto già ci danno gli uomini di cultura. La lettura dello Zanzi si
presenta molto formativa, per tutti. Il capitolo dedicato a Varese non può essere ignorato. Ci parla indirettamente anche dei nostri errori, di una colpevole disattenzione verso coloro che negli Anni 50 già sapevano guardare al futuro di un continente, non delle singole piccole patrie.
Andando oltre gli anni varesini dell’europeismo è ancora più imponente il problema di una buona documentazione di mezzo secolo di storia politica e sociale della nostra città.
In attesa di ricerche e approfondimenti da parte degli esperti, potrebbe giocare un ruolo di primo piano l’impegno di associazioni culturali e anche della stessa politica. Incontri e dibattiti aprirebbero la strada alla costruzione di una memoria preziosa. Per Varese sarebbe il ricupero di una dignità culturale, di una stimolante rivisitazione di opere e giorni dimenticati . Inoltre là dove l’avanguardia non ha avuto successo a volte è possibile trovare indicazioni e rimedi degni di attenzione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2014
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