Dal Cinquecento ai giorni nostri: l’arte al Castello di Masnago
La ricca collezione dei Musei civici conserva alcune importanti opere dei maestri dell’arte
Si può essere tentati di banalizzare, partendo da un’idea preconcetta, che una collezione d’arte come quella che i Musei Civici di Varese ospitano al Castello di Masnago abbia ben poco da svelare, ma se si ha invece l’arditezza di mettere il dito andando a guardare, si deve cambiare idea. Non è una delle prime pinacoteche d’Italia, d’accordo ma, se si abita in Lombardia e venendo a Varese in giornata per visitare i bei Giardini di Palazzo Estense, con una bella passeggiata nel bel Corso Matteotti, e si vuole completare la giornata con novanta minuti di immersione nell’arte, ecco, a dieci minuti d’auto dal centro di Varese c’è una collezione di dipinti e sculture sicuramente degna di nota, con un panorama che va dal Cinquecento ai giorni nostri. Non c’è da restare delusi.
Jacopo Bassano si può ad esempio averlo già visto a Firenze, ma c’è un bel dipinto di soggetto sacro anche a Masnago. Il milanese Carlo Francesco Nuvolone (1608 ca, 1661), allievo dell’Accademia Ambrosiana (diretta dal Cerano) e forse di Giulio Cesare Procaccini, chi ama l’arte può averlo visto in diversi posti tra Lombardia e Piemonte: nella Parrocchia di Varallo Pombia ad esempio, alla Chiesa Collegiata di Bormio, alla Chiesa di Santo Stefano a Milano, nella Chiesa di Sant’Agostino a Como ed alla Pinacoteca di Pavia. A Varese c’è una tela molto bella, sebbene non grande, una “Strage degli Innocenti” la quale appartiene al periodo della piena maturità dell’artista, quello che potremmo definire il periodo (oltre che del pieno stile Barocco) dei ‘Sacri monti’. Erano infatti gli anni in cui Nuvolone dipinse al Sacro Monte di Varese “La Natività” della III cappella e la “Disputa tra i dottori” della V cappella. Poco dopo, ma sempre in quegli anni, dipinse assime al fratello Giuseppe anche la “Vittoria di San Francesco sulle tentazioni” alla X cappella del Sacro Monte di Orta.
Molto bello a Masnago è anche l’Ottocento. Qui si vede l’opera di collezionisti come Massimo Vita, che nel 1971 donò al Comune di Varese la bellissima “Tamar di Giuda” del 1847, da circa trent’anni definitivamente attribuita a Francesco Hayez. Veneziano, allievo di Canova, professore a Brera, Hayez fu uno dei massimi esponenti della pittura romantica, con opere oggi esposte al Palazzo Reale di Torino, alla Pinacoteca di Brera, al Museo nazionale di Napoli ed alla GAM di Firenze.
Sempre dono di un collezionista al Comune di Varese è quello che Riccardo Lampugnani, già direttore delle Acciaierie Falck, fece con l’opera “Raffaello e la fornarina” (1866), dal pennello di un artista meno conosciuto ma bravissimo, Francesco Valaperta, il quale anche se non abbiamo informazioni completamente verificabili, dovrebbe essere stato un allievo di Hayez a Brera.
Tre le opere contemporanee, oltre al “Ritratto di femminile” di Guido Bertini, nato a Milano ma morto a Luvinate (Va) nel 1938, citiamo soprattutto lo splendido olio su tela “L’Agguato” (1997), bellissimo per la tensione che evoca, del modenese artista vivente Wainer Vaccari. Quest’ultimo, uno dei pochi artisti italiani ad occuparsi di sport, è noto al pubblico dei collezionisti per aver disegnato, quando era giovanissimo, il logo di una importante marca di figurine: il calciatore in semirovesciata ispirato a un’immagine scattata nel 1950 dal fotoreporter Corrado Bianchi. L’opera esposta a Masnago è un dono dell’artista.
Selezione di opere visibili a Masnago in questi giorni:
– Jacopo Bassano e bottega (Bassano 1510 ca – 1592) – Gesù caccia i mercanti dal tempio (1580-1590).
– Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574 – Milano 1625) – “Resurrezione di Cristo” (1610-15).
– Carlo Francesco Nuvolone (Milano 1609 – 1661) – “Strage degli innocenti” (1655-1660).
– Bottega di Federico Bianchi – “Santa Teresa d’Avila riceve la collana d’oro dalla Madonna e Gesù Bambino” (ca 1700).
– Pietro Antonio Magatti (Varese 1691 – 1767) – “Sacra Famiglia con San Giovannino” (ca 1750, grande formato).
– Bernardo Canal (Venezia 1674 – 1744) – “Veduta del cortile di Palazzo Ducale a Venezia” (attorno al 1720).
– Francesco Valaperta (Milano 1836 – 1908) – “Raffaello e la fornarina” (1866).
– Francesco Hayez – “Tamar di Giuda” (1847).
– Giovanni Migliara – “Capriccio architettonico” (ca 1820).
– Giuseppe Molteni (Affori 1800 – Milano 1867) – “Ritratto di Gentildonna” (1838-40).
– Guido Bertini (Milano 1872 – Luvinate 1938) – “Ritratto di femminile” (1910-15).
– Eugenio Pellini (Marchirolo 1864 – Milano 1934) – busto in marmo “L’attesa” (ca 1910).
– Wainer Vaccari (Modena 1949) – “L’agguato” (1997).
– Adriano Bozzolo (Varese 1927 – 2011) – “Maternità” (1965).
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