I collaboratori delle imprese varesine aumentano dello 0,57%,

L’occupazione cresce nell’edilizia, nel tessile e nel legno. L'analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Varese

davide galli presidente di confartigianato imprese varese

Ad oggi sono ancora deboli i segnali di ripresa del mercato del lavoro in provincia di Varese, e ciò che si muove non è sufficiente per dire “addio” alla crisi. L’ultima analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Varese su un campione di 1.621 aziende e 7.665 collaboratori, sottolinea che nel I trimestre 2015 sul territorio si è registrato un incremento del numero di dipendenti pari allo 0,57%: il primo risultato positivo dopo sei anni (2009/2014) di continua diminuzione degli occupati nelle piccole e medie imprese varesine pari al 23,27%.

(nella foto: Davide Galli)

Deboli segnali e poca soddisfazione, se consideriamo le aspettative che gli imprenditori hanno riversato nel Jobs Act e sulla decontribuzione triennale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Debole nonostante una congiuntura internazionale favorevole dovuta al calo del prezzo delle materie prime, alla diminuzione della quotazione del dollaro e all’avvio del quantitative easing (QE) da parte della Banca Centrale Europea. Insomma, la “crisi occupazionale” non è ancora terminata.
Se diamo un’occhiata alle assunzioni per tipologie contrattuali, si nota come il peso percentuale delle assunzioni a tempo indeterminato sia cresciuto nel 1° trimestre 2015 rispetto al 1° trimestre 2014 del 31,64% passando dal 35,97% al 47,65% del totale delle assunzioni registrate nei due periodi presi in esame. Nello stesso periodo, si assiste ad una riduzione degli ingressi a tempo determinato pari al 16,80%, passando dal 64,03% del primo trimestre 2014 al 53,27% del primo trimestre 2015.

Per quanto riguarda i settori merceologici, l’occupazione cresce nell’edilizia, nel tessile e nel legno. Nel 1° trimestre 2015, rispetto al 1° trimestre 2014, le Costruzioni hanno fatto registrare un incremento delle assunzioni pari al 38,57%; nel legno e nel comparto tessile, rispettivamente, si ha un aumento del 150,00% e del 47,62%. Ricordiamo che tra il 2009 e il 2014, nell’edilizia l’occupazione era calata del 25,96% e nel tessile del 38,33%. In questi tre comparti, che evidenziano i migliori saldi occupazionali dell’intero sistema produttivo della nostra provincia, il 61% delle nuove assunzioni sono avvenute tramite contratti a tempo determinato e soltanto il rimanente 39% a tempo indeterminato.

Ancora una volta negativo il dato riferito all’occupazione giovanile: anche nel 1° trimestre 2015 i giovani tra i 19 e i 25 anni di età occupati in azienda diminuiscono di un ulteriore 1,78% (da gennaio 2009 a dicembre 2014 l’occupazione in azienda degli under 25 è diminuita complessivamente del 55,00%). Un timido segnale di miglioramento interessa, invece, la fascia d’età tra i 26 e i 35 anni: nei primi tre mesi del 2015 si registra un + 0,45%,

«Rispetto ad un anno fa sembra che qualche accenno di miglioramento ci sia, ma questa spinta è ancora troppo debole e rischia di rendere difficoltosa la nostra rincorsa verso il recupero economico – dice Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese-. E questo perché l’Italia è una nazione fortemente legata all’Europa, e a quel modello tedesco basato sul mantenimento della svalutazione interna e sul contenimento dei costi produttivi e dell’inflazione che permettono di conservare la competitività internazionale nei settori manifatturieri tradizionali. Tutto questo si traduce con un mancato trasferimento di risorse ai settori meno competitivi (servizi ed investimenti pubblici rimasti bloccati) e una contrazione generalizzata dei consumi interni. Le decisioni strategiche (investimenti e assunzioni) delle imprese, anche di quelle di piccole dimensioni, sono pertanto sempre meno influenzate da dinamiche interne, locali o anche semplicemente da particolari provvedimenti normativi e legislativi».

Secondo Galli, i fattori che determinato un vero e profondo cambiamento dipendono sempre di più dalle decisioni assunte da pochi – ma sempre più forti – soggetti politici ed economici che sempre più non coincidono con gli stessi Stati sovrani.
«Il compito delle riforme – conclude il presidente di Confartigianato Imprese Varese – dovrà essere sempre più quello di creare i presupposti migliori per consentire, nel momento in cui dovessimo registrare un cambio significativo degli andamenti economici, di recuperare più velocemente di altri Paesi le quote di mercato e di risorse che abbiamo perduto fino ad oggi. Nel frattempo dobbiamo insistere sugli strumenti che più possono agevolare l’introduzione dei giovani nel mercato del lavoro – apprendistato e alternanza scuola/lavoro – e verificare nel merito l’efficacia del programma Garanzia Giovani e degli altri incentivi introdotti dal Governo nella recente riforma del mercato del lavoro e nella legge di stabilità 2015».

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Pubblicato il 05 Maggio 2015
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