300 imprenditori cinesi sul lago di Varese
La più grande azienda immobiliare di Pechino, oggi a Expo, organizzerà un meeting sportivo a settembre, da cui potrebbe nascere un hub come quello australiano e affari commerciali
Un colosso immobiliare cinese vuole usare Varese come porta di ingresso nel mercato del Sud Europa. Si tratta della Vanke, la più importante azienda di real estate della Cina, rappresentata anche con uno sfavillante padiglione all’Expo, che oggi a Palazzo Estense ha inviato una delegazione per proporre al comune una collaborazione. I cinesi hanno in animo di portare sul lago, l’ultimo week end di settembre, a Varese, 300 imprenditori del loro paese, a cui proporre, in corrispondenza con l’Expo, una tre giorni rilassante in cui potranno praticare ciclismo, canottaggio e volo a vela: i tre sport che offre il lago di Varese. Hanno anche proposto un gemellaggio con il Fujian, una regione delle Cina centrale.Si tratta di contati preliminari, ma le idee sembrano davvero molto chiare
«Vogliamo aiutarvi a lanciare Varese come località turistica – ha affermato una rappresentante dell’azienda durante il meeting – puntando sullo sport e le vostre bellezze naturali». Il primo meeting di settembre sarà anche accompagnato da incontri con imprenditori italiani (i cinesi vorrebbero ad esempio incontrare la famiglia Missoni), per stabilire contatti commerciali. Vanke tuttavia guarda lontano: ci sarebbe già l’idea di creare sul lago una base per gli sportivi di Pechino, sulla scorta di quanto già avvenuto a Gavirate per il Governo australiano.
L’occasione è ghiotta. L’azienda vale in borsa 165 miliardi di dollari, ha la propria sede a Shenzhen, nella provincia del Guangdong ed è diffusa anche negli Stati Uniti. E’ una macchina gigantesca e il padiglione a Expo è stato disegnato dall’architetto Daniel Libeskind.
Secondo quanto hanno raccontato gli assessori il presidente, Wang Shi, è un appassionato di canottaggio e si è innamorato di Varese in occasione della tappa di Coppa del Mondo a giugno. Le idee però vanne declinate con giudizio. «Varese non è adatta a un turismo di massa – hanno osservato gli assessori Mauro Morello e Fabio Binelli – ma si adatta bene a progetti mirati su ambiti specifici come la vita all’aria aperta, lo sport e il verde». «Dovremo lavorare duro per l’evento di settembre, non possiamo fallire. Quest’occasione può essere un punto di svolta per Varese» osserva Max Ferrari, presidente dell’associazione “Lombardia Cina” che si è occupata di tenere i contatti tra la Vanke e il comune. I cinesi ci hanno però dato un consiglio: lo slogan “land of tourism” non va bene. Hanno proposto “Varese land of sport” e suggerito di puntare su questa vocazione.
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