Doposcuola: il Comune accoglie tutti. Dov’è possibile
Un accordo tra Comune e Comitati genitori permetterà di accogliere buona parte dei 120 bimbi rimasti esclusi. Situazione aperta alla Fermi, alla Baracca e alla Carducci per carenza di spazi
Liste d’attesa e poche speranze per 120 bambini rimasti esclusi dalle graduatorie comunali per i servizi di mensa e doposcuola? Il blocco del turn over e il tempo scuola sempre più “leggero” hanno provocato una situazione anomala nella città di Varese.
Quando sono uscite le graduatorie degli aventi diritto ai servizi parascolastici del Comune, molti genitori si sono ritrovati in difficoltà: dove mettere i bambini una volta usciti da scuola?
La questione è stata sollevata da molti Comitati genitori che hanno bussato alle porte del Comune. Martedì scorso 14 luglio, si sono presentati all’assessore Enrico Angelini : « L’offerta dei posti quest’anno era pressoché uguale a quella dello scorso. 1250 tra dopo scuola lungo e breve. Il problema è duplice: le risorse sono limitate e non abbiamo possibilità di sostituire il personale che se ne va. In questa situazione abbiamo cercato di organizzare l’offerta il più possibile rispondente alle esigenze della popolazione. Purtroppo molti sono rimasti fuori».
Dall’incontro tra Comune e genitori, però, alla fine è emersa una possibile soluzione: « Nell’immediato abbiamo convenuto con i Comitati genitori di allargare il numero dei bimbi ammessi grazie a nuovo personale che verrebbe preso in accordo con le stesse associazioni dei genitori. Con il costo delle ulteriori rette si pagheranno le figure aggiuntive che individueremo tra il personale già conosciuto perché lavora durante i campi estivi».
E se questa soluzione risolve la gran parte dell’emergenza, rimane da risolvere un problema ben più grave in tre istituti cittadini, la Fermi, la Carducci e la Baracca dove la soluzione prospettata non è attuabile a causa dei limiti di spazio dalla struttura: « Per queste tre realtà ci siamo dati un ulteriore periodo di tempo al fine di cercare una soluzione alternativa. Stiamo vagliando tutta la documentazione per trovare un’alternativa al superamento dei vincoli».
Per quest’anno, dunque, l’emergenza dopo scuola può dirsi rientrata, o quasi. Resta, però, sul piatto una carenza strutturale di servizi alla cittadinanza sempre più difficile risolvere: « Da settembre – dichiara l’assessore – attiveremo un tavolo a cui sederemo noi del Comune, i comitati genitori e le istituzioni scolastiche per arrivare al prossimo anno con soluzioni condivise. Negli ultimi anni stiamo assistendo a una progressiva crescita delle richieste di dopo scuola lungo e ciò a fronte di una riduzione del tempo scuola. Attualmente c’è solo un istituto a San Fermo che garantisce il tempo pieno: in questo plesso la richiesta di dopo scuola è del 12% a fronte del 70% di tutti quegli istituti che danno un’offerta scolastica più breve. Dobbiamo riflettere bene su questo dato: l’offerta curricolare viene stabilita a livello ministeriale ma occorre iniziare a valutare se corrisponde al bisogno della città».
Il gruppo di lavoro prenderà anche in considerazione i criteri di accoglienza definiti dal Comune, oggi contestati perchè non tengono in reale conto le necessità dei genitori lavoratori.
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Sono un mamma di un bambino iscritto alla primaria Baracca, che pur essendo residente a Varese ed avendo entrambi i genitori lavoratori non è stato ammesso ai servizi parascolastici. I criteri attualmente utilizzati dal Comune di Varese, che mettono rispettivamente al terzo e al quarto posto la condizione lavorativa e la residenza, vanno a privilegiare non residenti e non lavoratori. Questo è a mio avviso illogico, irrazionale e non escludo illegittimo, il Comune deve rimediare garantendo il servizio per tutti ed in particolar modo per i suoi cittadini lavoratori, anche in ottica del contesto attuale che punta sempre più alla conciliazione vita lavoro.
Saluti,
Raffaella Marasciulo