Ex consulente Uva: “Non vi furono percosse”
Ascoltata in aula il medico legale che assistette alla prima autopsia per conto della famiglia della vittima

Un medico legale, Alessandra Rocco, è stata ascoltata oggi, venerdì 6 novembre, dalla corte d’assise che deve giudicare 8 imputati, accusati di omicidio preterintenzionale, per la morte di Giuseppe Uva. La donna era la prima consulente della famiglia Uva e fu il medico che assistette all’autopsia effettuata pochi giorni dopo il decesso dal medico Marco Motta.
Interrogata dal pm e dagli avvocati, Alessandra Rocco ha affermato che non vi erano lesioni o segni di percosse sul corpo dell’uomo. La dottoressa, che all’epoca rappresentava gli interessi della famiglia, condivise in sostanza l’analisi del dottor Motta. Il medico ha aggiunto che abbandonò l’incarico perché ritenne di trovarsi di fronte a un caso di errore medico e giudicò la sua presenza incompatibile, per motivi professionali, rispetto a quella dei colleghi dell’ospedale di Varese coinvolti nell’indagine.
Sono molti i consulenti medici ascoltati fin qui, dall’inizio dell’inchiesta. Quasi tutti sono di parte, tranne Marco Motta, il medico legale della prima autopsia effettuata per conto della Procura della Repubblica di Varese, e tranne il trio di esperti che effettuò l’esame sul corpo riesumato. Il primo concluse che non vi fu alcun pestaggio, i secondi spiegarono la morte di Giuseppe con la teoria del trigger.
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