Sarai il mio giornale di fiducia?
“Ognuno ha la propria dieta mediatica” e questo è l’assunto di partenza per capire che l’informazione, oggi, non è più uguale per tutti. Sono molte le variabili e mentre un tempo, quasi inutile ricordarlo, si usciva, si andava in edicola e si comprava lo stesso giornale che leggeva anche il nostro vicino di casa, oggi si usano piattaforme diverse, in momenti diversi e veniamo a conoscenza di cose diverse in maniera differente.
Insomma, non è cosa da poco.
Meno giornali più giornalismi è il tema affrontato ieri nell’incontro con Incontro con Gabriele Dossena, presidente Ordine dei giornalisti Milano; Claudio Giua, Gruppo L’Espresso; Simona Panseri, Direttore Comunicazione e Public Affairs per il sud Europa di Google; Luca Colombo, country manager Facebook Italia. A coordinare Michele Mezza.
Assistiamo sempre più a un’abbondanza dell’informazione sociale rispetto alla penuria del giornalismo tradizionale.
Al centro dei nuovi processi di valorizzazione dei nuovi sistemi informatici ci sono linguaggi e codici giornalistici che guidano i navigatori geo referenziati.
Grande parte nell’incontro lo ha avuto Simona Panseri, portavoce di Google: “Un po’ difficile capire che cosa vuole il lettore. Ogni lettore ha esigenze diverse e diversi i modi per raggiungere i contenuti. La porta d’ingresso non è più la porta casa, il lettore entra anche dalle finestre del bagno. Le finestre della nostra casa devono quindi diventare tante porte d’ingresso. Questa è la sfida che ci consente di fornire un nuovo punto di vista”.
Il riferimento è chiaramente all’home page dei giornali on line, spesso “byipassate” dal lettore.
L’altro aspetto importante, su cui puntare l’attenzione è il “rapporto di fiducia” che si deve creare tra il lettore e il fornitore di notizie: “E’ su questa convinzione che si basa l’iniziativa lanciata da Google, The Trust Project. Accademici, editori, giornalisti indipendenti si sono riuniti per cercare di identificare fattori che possano certificare l’affidabilità di una notizia. In questo modo l’indicizzazione favorirebbe le notizie attendibile che rispettano questi criteri. Perché per google esistono prima di tutto le persone ed è a quelle che pensiamo lavorando. A loro vogliamo solo fornire prodotti di qualità”.
Interrogarsi sulle nuove forme di giornalismo è fondamentale per costruire la nuova informazione; Claudio Giua del Gruppo l’Espresso: “Dirette eventi sportivi, drammi come quello di Parigi: tutti siamo già testimoni di tutto. La testimonianza dei giornalisti è solo qualcosa in più, che potrebbe anche non esserci.
Fare una diretta con Periscope all’interno del Bataclan durante la strage almeno in teoria sarebbe stato possibile. Ma occorre non dimenticare che la qualità deve restare il cuore dell’informazione”.
Gabriele Dossena, presidente dell’ordine dei giornalisti di Milano ha concluso:”Il giornalismo si sta adeguando alle nuove tecniche per assecondare il lettore. Sono praticamente certo che Web e carta siano destinati a convivere pacificamente. Sarà solo questione dii tempo”.
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