Isiss Daverio-Casula: “Cambiare nome per ritrovare identità”

La dirigente scolastica Nicoletta Pizzato spiega la sua versione in merito al cambio del nome dell’istituto varesino frequentato da circa 1300 studenti

daverio casula

Cambiare nome alla scuola per «ritrovare l’identità perduta negli anni».

È questa la sintesi dell’intervento della dirigente scolastica Nicoletta Pizzato, che con una lunga nota spiega la sua versione in merito al cambio del nome dell’istituto varesino frequentato da circa 1300 studenti. La scelta ha sollevato l’indignazione di Istituto storico della resistenza Umberto Ambrosoli, Anpi e associazione Varese per l’Italia 26 maggio 1859: i rappresentanti delle tre associazioni vogliono mantenere la memoria di Francesco Daverio, eroe risorgimentale a cui è stato intitolata ragioneria, la più antica scuola superiore varesina, e Nuccia Casula, staffetta partigiana cui era intitolato l’istituto tecnico linguistico.

«Il 1 Settembre 2013 nasce l’ ISISS «F. Daverio – N. Casula» di Varese, come evoluzione di una lunga storia precedente. Nell’anno scolastico 2013 – 2014 viene infatti attuato l’ accorpamento dell’ ITS Pacle “Nuccia Casula” con l’ Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco Daverio”, a sua volta unito nel 2003/04 con la sezione Geometri dell’Istituto Superiore “P. L. Nervi” di Varese – scrive la dirigente Nicoletta Pizzato -. Io ne ho assunto la dirigenza il 1 settembre 2015, dodici anni dopo il primo accorpamento, e una delle prime sensazioni che ho avuto è stata proprio quella di trovarmi davanti tre scuole, molto diverse per storia, impostazione didattica e per offerta formativa, ancora fortemente legate al rispettivo passato. Una scuola poco amalgamata negli studenti ed anche, in taluni casi, negli stessi docenti. Ed una scuola simile non dovrebbe esistere, perché non favorisce il clima ideale per una fruttuosa collaborazione tra tutte le sue componenti e quindi viene meno a quello che è il suo principale compito: creare le condizioni per un apprendimento sereno e quindi una crescita civile dei suoi studenti».

«Parlando informalmente con alcuni docenti si è sviluppata l’idea – legata anche all’abbattimento del vecchio Provveditorato (progetto dell’Arch. Terragni) da parte della Provincia e della costruzione in atto di una nuova ala dell’edificio – di cambiare l’intitolazione dell’Istituto, idea che è stata portata all’attenzione del Consiglio d’Istituto, riscontrandone il favore unanime. La volontà poi di indire un concorso di idee interno, rivolto agli studenti, per individuare un nuovo nome, ha anch’essa ottenuto il parere favorevole di tutte le rappresentanze della scuola – prosegue Pizzato -. Obiettivo unico della scelta è stato quindi quello di creare una identità comune, partecipe e consapevole tra tutte le sue componenti e quindi volgere lo sguardo al futuro pur mantenendo il passato – glorioso – delle tre scuole nel logo che sarebbe stato oggetto di un successivo concorso di idee, sempre interno».

«E’ mia opinione, condivisa da molti, che il legame – anche affettivo – con la scuola in cui ognuno di noi passa gran parte della sua giornata si possa creare a partire da un nome. Sono quindi disponibile a conoscere il Dott. Barion, con il quale non ho mai avuto alcun contatto, e magari ricevere il suo autorevole aiuto nel trovare un nuovo nome che simboleggi la rinata Unità della scuola – spiega ancora la dirigente scolastica -. Il cambio di intitolazione, quindi, non è stato generato da alcuna motivazione ideologica, né da un anacronistico e sciocco revisionismo storico e di cancellazione del passato, ma solo dal desiderio di dare l’avvio ad un nuovo inizio e far rifiorire, con una nuova identità, ripeto, senza dimenticarne in alcun modo le tradizioni culturali, una Istituzione che per tanto tempo è stata un’eccellenza della nostra città. Se altre sensibilità sono state offese, me ne scuso, anche a nome del Consiglio d’Istituto».

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Pubblicato il 17 Dicembre 2015
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