
“Grave affollamento”: l’ospedale fatica a dare assistenza
Nonostante le indicazioni dei saggi, il disagio che si vive in questi giorni in pronto soccorso non diminuisce. L'ospedale impegnato a valutare la priorità delle richieste

Ancora una giornata difficile per il pronto soccorso di Varese. Barelle posteggiate un po’ ovunque, letti esauriti, gente in coda in attesa al triage mentre le ambulanze del 118 smistano altrove i pazienti. Per l’ospedale di Varese quella odierna è l’ennesima giornata di passione: la richiesta di assistenza va ben oltre la sua capacità ricettiva. Il personale corre per dare retta il più possibile a chi soffre ma il limite delle risorse umane esiste ed è quello che ciclicamente mette in crisi l’organizzazione intera. Rispetto allo scorso anno, i medici presenti in PS sono meno, una riduzione legata alla riorganizzazione con l’abolizione del reparto collegato al PS, ma i cui effetti sono evidenti nelle giornate come quella di ieri: « Lunedì abbiamo raggiunto dei livelli mai visti prima – commenta il primario del reparto Francesco Perlasca – per ben tre volte abbiamo dovuto bloccare le ambulanze in arrivo perché non avevamo più posto. Oggi si lavora molto meglio e piano piano stiamo ricoverando i pazienti. Il problema è che i reparti hanno pochissimi posti a disposizione e si ripiega sugli appoggi ( letti ricavati in unità operative diverse con aggravamento del carico di lavoro per i medici in visita). La diorezione ha deciso di prorogare il blocco9 dei ricoveri ordinari. Piano piano stiamo sistemando tutti: a metà giornata avevamo circa 5 o 6 barelle ancora occupate».

Le dodici regole individuate dai saggi non stanno dando le risposte attese: nonostante l’attivazione di tutte le soluzioni suggerite, le dimissioni dei pazienti dai reparti non sono sufficienti ad accogliere i nuovi ammalati. La capienza del Circolo, rispetto allo scorso anno, è aumentata: ci sono 10 letti di terapia subintensiva in più e 20 posti subacuti avviati da settimana scorsa. Ma non bastano : « Direi che invece sono molto preziosi – spiega il direttore medico del Circolo Andrea Larghi che svolge , con i suoi collaboratori, le funzioni attribuite al “bed manager” dal comitato dei saggi – Se non li avessimo, la situazione sarebbe peggiore. Stiamo lavorando intensamente per vagliare ciascuna richiesta: abbiamo attuato il blocco dei ricoveri programmati ma ogni caso merita attenta osservazione e può capitare che si dia priorità a un esterno che attende da tempo un intervento. È una valutazione che facciamo in modo corale, coinvolgendo medici dei reparti e del PS. Il nostro ruolo di regia è quello di assegnare le priorità: non sempre chi arriva in PS merita di passare avanti a chi aspetta una chiamata da casa».
In questi giorni di passione, un medico dello staff direttivo è fisso in pronto soccorso e gira per i reparti per individuare le disponibilità, fa da tramite tra le unità operative e ottimizza l’organizzazione: « Dal 15 gennaio, tutti i letti ritorneranno aperti e il programma di chiusure natalizio sarà esaurito. Devo dire che ormai siamo già tornati quasi a regime».
Nota curiosa, a metà giornata, mentre il PS di Varese indicava un’attesa media di tre ore per i pazienti in arrivo, al PS di Luino non c’era nessuno

Direttive, suggerimenti, miglioramenti: tutto quello che si poteva attuare è stato attuato. Ma il PS di Varese rimane comunque in grossa difficoltà.
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Per risolvere la mancanza di posti letto al pronto soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese sarebbe sufficiente spostare il reparto di Neurologia (attualmente posizionato, senza alcun senso, adiacente al P.S.) in altra sede (ad esempio nelle camere vuote dei piani superiori) e adibire quegli spazi per le degenze di P.S. Migliorerebbe da subito tutto il pronto soccorso, a costo ZERO. Senza l’intervento di ulteriori SAGGI.
SUGGERIMENTO:
Chiamare il centralino o 0332 278222 (Segreteria D.G.) e chiedere di poter parlare con il Dott. Callisto Bravi.
Troverà la soluzione del problema….. come?
con la frase “magica” : MI DIA LEI LA SOLUZIONE.
Ringrazio e saluto
Fernando Guzzon
ricordare alla gente che i tagli li paghiamo in salute…